Regione. I privilegi dei deputati. Nella lista anche il nicosiano Edoardo Leanza per i pass

Palermo. Nuova defaillance del deputato regionale di Forza Italia il nicosiano Edoardo Leanza, a raccontarla l’edizione palermitano del giornale Repubblica:
“Ai politici non basta avere l´auto blu o un pass per circolare liberamente in città. Ne vogliono almeno due, tre, e c´è chi addirittura ne ha quattro, da sfruttare per le varie auto di famiglia. Nella lista dei 1.060 privilegiati che hanno ottenuto permessi ad hoc dal Comune per poter entrare nelle corsie preferenziali, parcheggiare sulle strisce blu e infischiarsene di Ztl o targhe alterne, la parte del leone la fanno i politici. Dentro ci sono tutti: dagli assessori regionali a quelli comunali, dai deputati dell´Ars ai semplici uomini di partito, che pur non avendo alcuna carica hanno comunque ottenuto il permesso dall´ufficio Traffico.

Tra i tanti deputati regionali che hanno un permesso, c´è chi ne ha comunque di più: due pass hanno il deputato del Pd Giovanni Barbagallo, il collega del Pdl Salvino Caputo, Edoardo Leanza, sempre del Pdl, e l´ex deputato eletto alla Camera Angelo Lombardo, fratello del governatore Raffaele Lombardo, che invece non ha un permesso personale”.
Antonio Fraschilla – Palermo.Repubblica.it


“Pensano alla casa e alla famiglia, gli onorevoli di Sicilia. A dotarsi di una comoda sistemazione in vita e di un´altra dopo il trapasso. Il tutto ovviamente a buon prezzo. E, almeno in parte, a spese della collettività. Non finisce mai, il viaggio fra i privilegi dei deputati regionali. Privilegi che resistono all´alternarsi dei governi, al mutare dei partiti e dei sistemi elettorali, benefici che hanno attraversato la Prima e la Seconda Repubblica.

Vantaggi per pochi eletti che sopravvivono pure alla crisi finanziaria mondiale. Come quel tasso super-agevolato concesso all´inquilino dell´Ars per la stipula di un mutuo per l´acquisto della casa: due per cento. Meno della metà, in media, di un comune tasso fisso accordato da un istituto di credito. La restante quota degli interessi, per il parlamentare di Palazzo dei Normanni che vuole godere di questo beneficio, lo paga l´amministrazione.

Un´agevolazione prevista da una convenzione con il Banco di Sicilia che risale alla metà degli anni ´80 ma che è stata modificata di recente. Con una delibera del consiglio di presidenza adottata negli ultimi mesi della passata legislatura (quella che si è conclusa nell´aprile del 2008), sono state introdotte condizioni di ulteriore favore per il deputato: l´importo massimo del mutuo da contrarre, infatti, è stato portato da 150 a 300 mila euro.

Unica clausola: il prestito può essere concesso solo per l´acquisto della prima casa, di un´abitazione a Palermo, o di locali per la segreteria politica. Ma tant´è. Sono tanti, i deputati che hanno fatto ricorso a questa agevolazione. Nel bilancio dell´assemblea esiste un fondo apposito per i mutui ai parlamentari, alimentato fra l´altro con gli interessi che il Banco di Sicilia paga sui conti correnti dell´Assemblea.

Dall´ultimo rendiconto approvato dal collegio dei questori, quello relativo alle spese del 2007, si legge che in quell´anno le uscite per il “contributo interessi su mutui edilizi erogati dal Banco di Sicilia” sono state pari a 52.830 euro. V´è da aggiungere che anche i dipendenti del Parlamento regionale – sono circa 200 – godono di un trattamento privilegiato se chiedono un prestito al Banco. Ma i benefit più rilevanti spettano sempre ai parlamentari.

E finiscono per sorprendere anche loro, a volte. Per imbarazzarli. Magari li costringono a fare gli scongiuri. Così, il deputato questore dell´Udc Giovanni Ardizzone non fa mistero di aver avuto un certo riflesso incondizionato allorché, nel corso del suo mandato, si è trovato a firmare un paio di provvedimenti che erogavano «sussidi di lutto». E ha scoperto, dopo aver chiesto delucidazioni, che nella ricca e antica collezione di decreti del consiglio di presidenza dell´Ars c´è un atto che concede una somma fino a 5 mila euro per le spese relative a funerali di deputati in carica o cessati dal mandato.

Soldi ovviamente destinati alle famiglie del caro onorevole estinto, perché si celebrino esequie dignitose. «Cosa dire? Noi parlamentari – afferma Ardizzone ironicamente – siamo previdenti: pensiamo al nostro futuro. Anche dopo la morte». La previdenza non è mai troppa, come la scaramanzia. Ma tutto ha un costo, per le casse pubbliche. E nel 2007 per i “sussidi di lutto” sono stati spesi 36.151 euro. D´altronde, al di là degli eventi meno lieti, l´amministrazione dell´Ars ha particolarmente a cuore la sorte dei parlamentari non rieletti. E ai 280 ex deputati corrisponde ogni anno un bonus di 6.400 euro a titolo di «aggiornamento politico-culturale».

Un rimborso accordato a tutti, in modo indistinto, e senza obbligo di presentazione di fatture. Al Senato, istituzione alla quale è equiparata l´Assemblea dal punto di vista giuridico-economico, non esiste un beneficio di questo tipo. Il presidente dell´Ars Francesco Cascio sta valutando l´opportunità di mantenere questo privilegio solo per i 70 ex parlamentari che non godono pure del vitalizio. Ovvero di una lauta pensione. Il consiglio di presidenza ha sul proprio tavolo un´altra “pratica”: quella relativa alle missioni dei deputati che, in alcuni casi, vengono pagate due volte”.
Emanuele Lauria – Palermo.Repubblica.it