Il Vescovo di Piazza Armerina ad Aidone come pellegrino

Aidone. “Vescovo pellegrino”. Così l’hanno definito, ieri mattina, quanti hanno incontrato mons. Michele Pennisi, scortato con discrezione dai carabinieri al comando del capitano Michele Cannizzaro, che ripercorreva a piedi, in compagnia di un gruppo di pellegrini che con lui recitavano il rosario, molti altri si sono aggiunti lungo il tragitto, l’antico e suggestivo percorso che dal bivio Bellia porta alla chiesa di San Filippo, ad Aidone. Dunque, mons. Pennisi pellegrino fra i pellegrini in un vero e proprio percorso di fede, sulle tracce di un’intensa spiritualità, in quella che è definita l’anima di uno dei gesti di devozione popolare più seguiti nell’ennese. “Il vescovo –hanno sottolineato un gruppo di boy scout- non è uno che guida la diocesi per modo di dire, è uno che sta in mezzo alla gente e che mette il suo popolo nelle mani del Signore, nel caso specifico nelle mani di San Filippo”. Un evento quello del pellegrinaggio a piedi che porta ad Aidone in cui giovani, adulti e anziani di ogni ceto ed estrazione sociale, rappresenta un vero e proprio voto popolare, manifestano la loro devozione a San Filippo. Una devozione, una tradizione nei secoli mai sopita, anzi di anno in anno tende sempre più ad aumentare, che inizia qualche giorno prima dell’1 maggio e si snoda per decine e decine di chilometri attraverso le strade dell’ennese. Infatti, sono migliaia i pellegrini che partendo da Enna e da moltissimi comuni della provincia iniziano una marcia (per molti anche notturna) per arrivare alla vista della chiesa di San Filippo stanchi ma felici, convinti di avere dato testimonianza della loro fede e devozione e di avere preso parte a un grande evento ecumenico di riconciliazione con gli uomini e con il Signore. “A camminare si fa fatica –dice un anziana signora incontrata nelle vicinanze del bivio Furma-, ma ne vale la pena perchè essere pellegrini significa desiderare una meta. Significa camminare verso il destino buono che Dio ha voluto per ogni uomo. Questo desiderio è ciò che spinge chi accetta di fare questo sacrificio per San Filippo”. “Il viaggio per onorare San Filippo che ognuno di noi fa per motivi diversi in ogni caso è un momento di solitario silenzio –spiega una ragazza qualche centinaio di metri più avanti- che inducono alla preghiera per questo è bene che lei non scriva i nostri nomi”. E di nomi ne potremmo scrivere a centinaia perchè in pellegrinaggio verso Aidone c’erano anche politici e perfino qualche deputato, in macchina ovviamente.

Pietro Lisacchi