Leo Gullotta a Morgantina

Aidone. La protagonista? E’ stata indiscussa. Lei: la parola. Quella scritta dalle più pelle penne della letteratura e del giornalismo isolano e decantata magistralmente da una voce, giullaresca e solenne, di Leo Gullotta. “La parola è nutrimento, fertilità necessaria per ritornare alla terra e riprenderci qualcosa di noi” – afferma l’attore prima di entrare in scena, avvolto da una camicione bianco con collo alla coreana. Radici e identità, percorsi. “Minnazza”, spettacolo di Fabio Grossi su musiche di Germano Mazzocchetti traccia riflessioni etiche, morali. Interroga il pubblico: “chi siamo, noi siciliani?” E allontana, pagina dopo pagina, carretti e tarantelle, cartoline folkoristiche. Scava nella storia, invece, nella letteratura, nel giornalismo per tentare di dare una risposta “tra chicchiri e piattini” – dice l’attore – “come fossimo in una terrazza, tra amici, tirando fuori libri e leggendone passi”. E approda all’emigrazione, alle miniere, alla mafia, agli eroi, alla malapolitica, alla lingua dialettale, alle leggende, alla costituzione. Il pubblico s’incanta, tra miti e realtà. Anche quella meno facile e bella da descrivere. Niente quarta parete: un raccontare e un raccontarsi, piuttosto. Un Gullotta, catanese per prima cosa. Poi, attore. E’ questo per il pubblico di giovedì sera, l’istrione della prima opera teatrale di scena al sito ellenistico di Morgantina per “Teatri di Pietra”, rassegna diretta da Aurelio Gatti. “Respira, ha i polmoni. Sentiamola – dice avvicinandosi alle tre fisarmoniche che l’accompagnano – Sembra una bocca che si apre a dismisura”. Esplode e ingoia la fisarmonica, come gli applausi ad una frase di Leonardo Sciascia, di Borsellino o di Giuseppe Fava o il sorriso ad una poesia maliziosa dell’ottocento. Circa 280 le presenze alla cavea di pietra, di cui 84 residenti. Immancabile il servizio navetta, presente per il quinto anno, che dal parcheggio ai cancelli ha fatto da spola decine di volte. Un flusso ordinato e regolare di pubblico al botteghino dove si coglie il neosindaco di Aidone, Filippo Gangi, insistere per pagare il biglietto: “E’ un segnale. L’amministrazione ha deciso di dare i biglietti omaggio a chi non può permetterseli – spiega il sindaco – Solo per stasera 15 omaggi sono andati all’amministrazione e 5 ad una famiglia. Per i prossimi 5 spettacoli in calendario, i biglietti a disposizione saranno, invece, 20 per serata. Li attribuiremo seguendo una lista di famiglie segnalate dai consiglieri”.

Giornale di Sicilia – ed.Enna
Laura Bonasera