Cerami. Riconoscimenti per l’artista Nello Calandra

Cerami. Nello Calandra rientra nella schiera di protagonisti che appagano l’orgoglio, il carattere distintivo che fa onore agli italiani all’estero. Dei molti che, dopo la disastrosa guerra, non trovando sul posto uno sbocco economico sufficiente, hanno trasferito la loro adolescenza in altri Paesi (l’America, l’Australia), dando il meglio alle nazioni ospitanti. Al prezzo di tanti sacrifici, rinunzie, con immensa forza di volontà, innato talento e fantasia, hanno saputo affermarsi e riscattare la figura dell’italiano emigrante. Tra costoro, senz’altro, si incasella il genio artistico di Nello Calandra. Sguardo penetrante e deciso che sa sciogliersi nella passione complice quando conversa della sua pittura. Pratico e intelligente, Nello, nato a Cerami, classe 1929, ha sedotto con i suoi quadri gli amanti e i critici d’arte di Montevideo. A stupire sono le sue tele presenti in gallerie, musei, chiese, nel suo atelier. La qualità e creatività pittorica vibra solenne nel ritratto di Sant’Ignazio di Loyola esposto in una cattedrale di Montevideo. I corposi riconoscimenti ottenuti testimoniano il bello, l’immaginario che informa la maestria artistica di Nello. Senza volerlo, piuttosto tardi si è svelata e proiettata in concreto la vocazione artistica di Calandra, nascosta, in gioventù, nella praticata arte delle acconciature delle pettinature femminili. Nello ha partecipato a svariati concorsi, vincendo il titolo di campione internazionale di pettinatura. A fianco i fratelli Pippo e Michele Bruno, si è aggiudicato riconoscimenti a Montevideo, Londra, Madrid, Rio de Janeiro, Buenos Aires. Poi, ancora, una coppa d’oro per tecniche di parruccherìa e il titolo di Commendatore. Da una quindicina d’anni, lo stile di Calandra s’è tramutato nell’ammirevole forza dei pennelli, aggiungendo orgoglio per il successo come siciliano di eccellenza all’estero. Raggiunto al telefono, Nello si emoziona, coinvolto dai ricordi indelebili della sua infanzia, dal desiderio nostalgico della sua terra natia che non ha più rivisto da quando, ancora ventiduenne, nel lontanissimo 1951, partì, insieme alla famiglia, con un viaggio in nave verso l’Argentina. Tenendo sotto controllo le lacrime e i sentimenti, si sente “orgoglioso di essere italiano”.