Leonforte. Rito ortodosso alla Chiesa Madonna della Catena

Oggi è stata celebrata 30 nella Chiesa della Madonna della Catena, il primo rito liturgico ortodosso, indirizzato alla comunità romena di Leonforte, ormai realtà radicata e riconosciuta da tempo. A tal proposito è stata fatta una breve intervista al diretto interessato, cioè colui che celebrerà il rito: Padre Daniel:
-Domenica, verrà celebrata per la prima volta una messa secondo il rito ortodosso indirizzata principalmente alla comunità romena, ma aperta anche agli italiani. Da qual è esigenza sorge l’idea?
Ci tengo a precisare che non si tratta di una vera e propria messa, quanto piuttosto di un rito liturgico, questo perché sarò il solo a celebrare il rituale, non ci sono chierichetti che mi affiancheranno. E poi l’orario prefissato è piuttosto insolito,non rientra nelle nostre usanze ma è dovuto ad esigenze organizzative.
L’idea nasce, in accordo con Padre Lo Grasso da un bisogno di raccogliere i romeni del paese e zone limitrofe, che sono tanti, più di 400, e di dar loro la possibilità di confessarsi secondo i propri rituali.
– Lei ha già celebrato in precedenza altre messe in Sicilia, o più in generale in Italia?
No, è la prima volta per me, e spero che funzioni. In alcune città il risultato è stato a tal punto propulsivo da indurre ad aprire delle parrocchie ortodosse. A noi basta che funzioni questo primo momento di raccolta
– Che messaggio vuole trasmettere in quest’occasione ai suoi concittadini? E agli italiani che saranno eventualmente presenti?
Ai romeni, che, non si sentano più soli, perché vivono in una condizione di estraneità, almeno finché non si integrano completamente.
Se gli italiani saranno presenti, allora un messaggio sarà stato dato, quello della partecipazione, della comprensione. Credo in una sintonia fra la Chiesa Cattolica e quella Ortodossa, ma innanzitutto nel raccogliere le comunità che differiscono culturalmente.
– In cosa differisce la religione ortodossa da quella cattolica?
Da un punto di vista laico non ci sono differenze: si crede in Gesù e nei sacramenti, e tanto altro. Da un punto di vista più teologico ne cito alcune in particolar modo: il Papa non è vicario dei figli di Dio, perché non ha l’ultima parola, essa spetta solo alle sacre scritture; il pane è intinto nel vino, per esser dato anche ai fedeli, e non solo al prete; non crediamo nel purgatorio, ma solo nell’inferno e nel paradiso
– Secondo il rito ortodosso è possibile sposarsi, crearsi una famiglia. Cosa crede possa dare in più l’avere una famiglia per un prete, che sappiamo in Italia, essere votato alla castità.
Abbiamo anche noi preti che non si sposano. Fondamentalmente non ci sono differenze, c’è una maggiore propensione a capire magari i problemi quotidiani della gente, ma tutto sta nella sensibilità della persona nel saper capire e consigliare la persona bisognosa. La figura del prete è una persona eletta da Dio e consacrata a servire, qualsiasi sia il suo credo.
D’Alotto Livia