Valguarnera Caropepe – by Francesco Giarrizzo

Il lavoro presenta un rilevante pregio storico per quella spiccata disponibilità dell’autore a concedere spazio alle grandi tematiche politiche che, dal travaglio ideologico dell’intero Paese, rimbalzano sulla vita comunale valguarnerese, facendone una cassa di risonanza che talora prende il carattere di un microcosmo autonomo: tali sono il vigore e la caparbia vitalità che sai esprimere.
E tutto corre sul filo di una ricerca appassionata, di un itinerario politico in senso puro, come memoria, cioè, di una polis che, pur passando traumaticamente tra gli umori dei partiti, non ne resta schiacciata proprio perché, da buon memorialista, ha saputo respingere il ruolo dell’intellettuale di parte con la conseguente tentazione agiografica che avrebbe opacizzato la narrazione.
I numerosi «ritratti» che arricchiscono il racconto non sono dedicati ai santoni di una sola ideologia. In una ideale galleria sono stati collocati tutti gli uomini di spicco che, dai primi anni del dopoguerra a oggi, hanno certamente interpretato e difeso le aspirazioni di una parte o della maggioranza della collettività comunale: vibra meglio l’anima della storia quando, uscendo dall’astrazione, si fisicizza in una biografia-ritratto dove nulla è trascurato.
Soltanto in poche pagine, nelle quali sono descritte certe diatribe fra consiglieri comunali, c’è un forzato rallentamento del ritmo narrativo; per il resto il racconto risulta sempre fluido.
Con i riferimenti alle dottrine filosofico-politiche e alle questioni sociali di interesse nazionale, si è scansato il rischio di impegolazione nella semplice cronaca. Con scrupolo encomiabile è stata fissato la «storia» del paese, dimostrando di ben sapere che la cronaca fa la storia ma non è la storia, così come il chicco di grano fa il pane ma non è il pane. II setaccio serve al palato perché riesce a liberare dalle scorie ogni «vital nutrimento».
Mariano Lamartina