Troina. Una domenica a Piano Sella nel campo base dei Ramara

Troina. Per chi non è mai andato in pellegrinaggio sui Nebrodi e vuole conoscere i luoghi che sono le mete di quella suggestiva esperienza che i Ramara compiono ogni anno, nella penultima settimana di maggio, troverà, domenica 8 agosto, proprio i Ramara pronti fargli da guida. Da tempo immemorabile i Ramara, che esprimono in sommo grado il carattere dei troinesi, si recano sui Nebrodi ogni anno, a maggio, in pellegrinaggio, percorrendo a piedi una trentina di chilometri per andare a toccare l’alloro, la pianta sacra a San Silvestro, monaco basiliano e patrono di Troina, di cui sono devotissimi. Per domenica 8 agosto, l’appuntamento è per le 8 di mattina sul piazzale antistante la chiesa di San Silvestro. Da qui ci si muoverà in autobus per raggiungere Piano Sella da dove si proseguirà a piedi all’ombra di querce, cerri e faggi per raggiungere il campo base dei Ramara. Qui verrà celebrata la messa e dopo si potrà mangiare e riposare. Dopo il pranzo ed il riposo, i Ramara reciteranno i canti del ringraziamento. Verso le 16.30, ci si metterà di nuovo in cammino sulla strada del ritorno verso Troina. Occorre prenotarsi entro il 5 agosto, presso la sede di Trayna Travel di via Schifani, per poter partecipare alla visita guidata ai luoghi del pellegrinaggio dei Ramara. La quota di partecipazione è di 5 euro pro capite. E’ previsto anche un servizio di catering, ma è consigliabile portarsi la colazione a sacco che potrebbe essere utile durante il viaggio. Il pellegrinaggio dei Ramara, è la più suggestiva manifestazione della sincera e profonda devozione che i troinesi nutrono per il loro santo patrono. La meta di ogni pellegrinaggio è il luogo dove si va per incontrarsi con il sacro e la divinità. Per i Ramara, questo luogo è nel cuore dei Nebrodi. Il loro pellegrinaggio ha un grande fascino per gli studiosi di tradizioni popolari, che hanno indagato sulle sue origini giungendo a conclusioni interessanti. Alcuni ritengono che ci sia un nesso tra il culto delle dee madri praticato nell’antichissima città di Engion, identificata con l’antica Troina, durante il periodo classico nei secoli V e III a. C. Questo culto sarebbe stato introdotto dalla colonia di Cretesi che giunse due mila e cinquecento anni fa in questi luoghi, dove ora c’è la moderna Troina Crediamo che la ricostruzione più attendibile sulle origini di questi pellegrinaggi sia quella che stabilisce un nesso con Apollonia ed con il culto per Apollo Carneio e Dafni, due divinità del pantheon ellenico. I Ramara partano a piedi da Troina per raggiungere, dopo una faticosissima e sfiancante scarpinata lungo sentieri impervi, la località di Anghira di Faccilonga in territorio di San Fratello. Qui vanno a toccare i ramoscelli di alloro. L’alloro era la pianta sacra di Apollo Carneio e del divino pastore Dafni, entrambi protettori delle mandrie e delle greggi. Dafni era un bel giovane siciliano, che sua madre, un ninfa, aveva abbandonato appena nato in un boschetto di allori nella montagna di Era. Da qui il nome che gli diedero i pastori, suoi genitori adottivi, che lo trovarono. Secondo i miti dell’antica Grecia, Dafni era il beniamino di Apollo con il quale spesso cacciava in compagnia. Durante il periodo classico, cioè tra il V ed il III sec a. C., in Sicilia erano 17 i centri che si riteneva fossero i depositari del culto di Apollo. Sia Diodoro Siculo che Cicerone sostennero che in Sicilia fosse esistita la città di Apollonia interamente dedicata ad Apollo dove i pastori si recavano ai suoi altari almeno una volta l’anno per benedire mandrie e greggi. Che in Sicilia esistesse la città di Apollonia ne era convinto il geografo bizantino Stefano, vissuto in epoca cristiana, al tempo di Giustiniano. Paolo Orsi e Luigi Bernabò Brea, due dei maggiori archeologi italiani del secolo scorso, vissuti quindi nel tempo a noi vicini, erano convinti che le notizie del geografo Stefano si riferivano alla costa tirrenica del Nebrodi. Bernabò Brea si convinse che il luogo dell’antica città di Apollo era il Monte Vecchio in territorio di San Fratello, dove furono trovati cocci di argilla e monete con la scritta “Apollonia”. In una zona non molto lontana da Monte Vecchio, su cui nel 2003 ha condotto degli scavi l’archeologa Carmela Bonanno, c’era pure un boschetto sacro ad Apollo dove ancora oggi ci vanno i Ramara di Troina in pellegrinaggio per San Silvestro, monaco basiliano, per toccare l’alloro, che è la pianta sacra al patrono del loro paese.

Silvano Privitera