I sei giorni più lunghi della storia di Troina nell’agosto del 1943

Troina. “La linea del nemico, che corre per 25 miglia da sud-est del mar Tirreno fino a Catania, è seriamente minacciata nella sua parte centrale dagli Americani che si stanno dirigendo verso Troina e dai Canadesi che stanno attaccando Regalbuto e Catenanuova”, annunciava il 2 agosto 1943 il giornale americano The New York Times. Quell’articolo dettato al giornale newyorkese dal corrispondente di guerra accreditato presso il quartier generale alleato in Nord Africa annunciava l’inizio dei 6 giorni più lunghi della storia di Troina del Novecento, che ai troinesi di allora sembravano non finissero mai. Le forze alleate avevano sottovalutato la capacità di resistenza della linea difensiva dell’Etna allestita dalle forze italo-tedesche per contenere l’avanzata delle forze alleate angloamericane e favorire il deflusso verso Messina dell’esercito germanico. Troina era il caposaldo della linea difensiva dell’Etna. Sfondando la linea difensiva dell’Etna nel caposaldo strategico di Troina, le forze angloamericane avrebbero tagliato la strada  all’esercito tedesco che dalla Pina di Catania arretrava verso Messina da dove imbarcarsi per raggiungere la Calabria e risalire verso il Nord Italia. Dal 31 luglio al 5 agosto 1943, Troina fu sottoposta a micidiali bombardamenti aerei. Considerevoli i danni subiti da Troina a causa di quei bombardamenti. Furono colpiti case e chiese. Il paese fu ridotto ad un cumulo di macerie. I troinesi patirono la fame. Tra la popolazione civile si contarono 116 morti e moltissimi feriti. Nella notte tra il 5 ed il 6 agosto, le forze italo tedesche superstiti lasciarono Troina per arretrare su Cesarò. Il 6 agosto di mattina gli americani entrarono in paese. Con le truppe americane c’era anche il corrispondente del New York Times, Herbert L. Matthews, al quale Troina apparve così: “ Trovai una città dell’orrore, vuoto di tedeschi ma sorprendentemente vivace con uomini, donne e bambini isterici che piangevano. Per due giorni terribili sono stati sotto  bombardamenti aerei ei i colpi di cannone vedendo i loro cari  feriti, le loro case distrutte ed ogni cosa saccheggiata spietatamente dai tedeschi in partenza. Gridando, maledicevano Mussolini, il fascismo ed i tedeschi, che avevano portato loro e la loro antica ed affascinante città al disastro”. Nel IX volume della monumentale storia delle operazioni navali degli Stati Uniti d’America nella Seconda Guerra Mondiale dell’attacco sferrato contro Troina dalla VII Armata si parla come dell’attacco più sanguinoso (bloodiest) di tutta la campagna militare condotta in Sicilia dalla VII Armata. Anche in un libro dal titolo “The Fighting First: the untold story of the Big Red One”, la storia non raccontata del reggimento The Fighting First (Il primo combattente) della VII Armata di fanteria americana, noto anche con il soprannome “The Big Red One” (Il grande uno rosso)  si parla della battaglia di Troina come di una furiosa battaglia.  Per quei tragici eventi, che le procurarono lutti e distruzioni, Troina è stata insignita della medaglia d’oro al valore civile dal presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano nel 2007.                                                                        

Silvano Privitera