Aidone-Morgantina: Boom di presenze all’ultimo spettacolo del Circuito di Epicarmo

Aidone-Morgantina. Con “Elettra” e un inatteso pienone si è concluso al Morgantina il ciclo di spettacoli del Circuito di “Epicarmo Teatri Antichi di Sicilia”. La suggestiva cornice del teatro di Morgantina, la serata tiepida, la nostalgia delle vacanze ormai al crepuscolo hanno favorita la partecipazione di un pubblico da grandi occasioni che ha mandato in tilt perfino la biglietteria.
La tragedia di Euripide fu rappresentata per la prima volta nel teatro di Dioniso intorno al 413 a.C. ma resta sempre fresca e “moderna” nell’introspezione psicologica dei personaggi e soprattutto di quella zona grigia che si indovina alla base della decisione terribile di commettere, non solo l’omicidio di Egisto che appare “giusto” e voluto dagli dei, ma il matricidio di Clitennestra. La versione di Filippo Amoroso, abbastanza fedele al testo greco è stata ineccepibile e convicente se si esclude il finale, un po’ sottottono e narrativo, che perfino lo stesso Euripide aveva reso più vivace e drammatico (nell’accezione letteraria del termine).
Il cartellone di questa prima edizione del Circuito di Epicarmo è stato ricco e convincente tale da meritare che in futuro ne venga assicurata la continuità, nell’auspicio che gli spettacoli di questo e del circuito dei Teatri di Pietra possano finalmente diventare un occasione per il rilancio di Morgantina, con una accoglienza degli ospiti degna di questo nome, un’illuminazione della strada appena meno fioca di quanto non sia l’attuale -in alcuni tratti completamente buia-, una campagna di promozione pubblicitaria efficace nei tempi nei modi.

È una opportunità che Aidone non può permettersi di trascurare e perdere e i comuni che hanno dato vita a questo circuito – Aidone, Patti, Calatafimi, Palazzolo Acreide – farebbero bene a potenziare questa azione sinergica collaborando alla creazione del circuito turistico delle quattro città greco-ellenistiche – Tindari, Morgantina, Segesta, Acre – che ospitano i teatri che sono veri gioielli e che nulla hanno da invidiare al più conosciuto teatro di Siracusa se non la grandezza.
F. Ciantia