Aidone. La crisi al capolinea?

Per commentare quello che sta succedendo in Aidone dopo che finalmente tutte le parti in causa si sono espresse ufficialmente (confermando quanto io da tempo ho scritto rendendomi invisa a tutti!) non c’è che un immagine: si sono infilati in un cul de sac da cui non riusciranno ad uscire se non con una retromarcia da parte di tutti.

Il sindaco Gangi attraverso i suoi soliti canali – comunicati stampa – ha rivendicato la coerenza a quella che era stata la proposta elettorale della lista civica “Rinascimento aidonese” e la fedeltà ai compagni di cordata, entrambe le cose  lo porteranno a proseguire a qualunque costo per la sua strada escludendo  eventuali dimissioni. Nello stesso testo denuncia i metodi da vecchio partito  messi in atto dagli ex DS parlando di peccato di lesa maestà, di logiche antiquate, del “ tentativo di far prevalere le ragioni della forza di alcuni, alla vecchia maniera, nella convinzione di poter stritolare e soggiogare ogni pensiero diversamente orientato, in nome di un malinteso principio democratico”. Ormai difficilmente potrà ricucire un qualunque rapporto con quelli che poco più di un anno fa l’avevano “catapultato, con vasto consenso, in questa situazione, sottratto a una normale routine familiare-lavorativa” e ai quali non ha voluto, saputo o potuto dare le risposte che si aspettavano.

All’interno della coaIizione i consiglieri PD, sono sei, spaccati esattamemte in due parti: i tre ex DS, che sono convinti che il PD altro non è stato che un cambiamento di sigle che impone una convivenza, appena tollerata, con gli ex Margherita e che di conseguenza,  continuando a ragionare secondo le vecchie logiche per cui il Partito deve dettare l’agenda al Sindaco e alla Giunta, rivendicano un peso molto più consistente, dimenticando però che, dopo anni e anni di attesa, solo attraverso questa coalizione, che ha imbarcato chiunque, sono riusciti a conquistare il governo della città.

Gli altri tre del PD sembra che  invece sostengano le ragioni del sindaco e  insieme agli altri tre consiglieri  (o forse due? Cosa farà il consigliere UDC?) della maggioranza potrebbero seguirlo in questa sua intenzione, per dirla con le sue parole di “continuare con un impegno allo spasimo, nell’interesse di tutti”. Nel processo di chiarimento, fatto attraverso i media, si è sempre sottaciuto il vero motivo del contendere: la richiesta di affidare l’assessorato, loro spettante, al consigliere Angelo Calcagno, soluzione che porterebbe alle dimissioni dello stesso e di conseguenza alla surroga con Annamaria Raccuglia, prima dei non eletti nonché attuale assessore, con risultato che il numero dei consiglieri del PD scenderebbe a cinque, ma dall’altra il sindaco garantirebbe la Raccuglia che in questo anno è stata per lui un valido sostegno e un assessore che ha assolto dignitosamente al proprio incarico.

Dall’opposizione in questi giorni si sono moltiplicati gli attacchi contro il sindaco, fatti attraverso i media e i vecchi manifesti, soprattutto da parte dei due consiglieri che rispondono all’ex vicesindaco Carmelo Donatello, e lo stesso ex sindaco Filippo Curia è sceso personalmente nell’agone denunciando l’immobilismo dell’amministrazione.

Il sindaco evoca la volubilità della politica per lasciare una porta aperta ai dissidenti ma potrebbe essere anche un messaggio all’opposizione perché con un appoggio esterno permetta la sopravvivenza della sua amministrazione, in un momento così drammatico per la comunità aidonese in cui solo attraverso la sinergia di tutte le forze e tutte  le risorse e con un grande  senso di responsabilità si potranno affrontare i problemi lasciati a marcire. Il sindaco ha usato l’espressione capolinea per dire che la crisi è alla svolta definitiva, ci auguriamo che non sia un lapsus frediano perché il capolinea è l’ultima fermata del percorso.

F. Ciantia