Una xibetana al festival del cinema di Venezia

Venezia. Oggi verrà ufficialmente proiettato il nuovo film di Pasquale Scimeca, in concorso al 67° festival del cinema di Venezia nella sezione “Orizzonti”. Il film, è stato girato in provincia di Siracusa, nei comuni di Pachino e Portopalo di Capo Passero, ed è liberamente tratto dal romanzo di Verga; interpreti sono: Antonio Ciurca, Omar Noto e Vincenzo Albanese. Già dopo la Mostra del Cinema di Venezia, sarà la volta del Toronto International Film Festival che si svolgerà dal 9 al 19 settembre. Prosegue dunque il successo del siciliano Pasquale Scimeca, che si avvale da anni di una squadra di attori e produttori, anch’essi siciliani, molti dei quali dell’entroterra ennese, come la direttrice di produzione Linda Di Dio.

Linda Di Dio: direttrice di produzione per conto dell’associazione culturale Arpa di Enna, e della produzione cinematografica Arbash di Pasquale Scimeca,; come inizia il tuo percorso nell’ambito artistico, e come giunge nel settore organizzativo e di produzione?

Il percorso artistico ha inizio con l’attività teatrale. E’ quella la grande palestra personale. Poi nel 2006 incontro Pasquale Scimeca e lavoro per lui come ispettore di produzione per il film Rosso Malpelo. Da quel momento inizia un sodalizio con lui e la produzione di cui è a capo: l’Arbasch class; cui seguono altri lavori come “Il cavaliere Sole”,  dove sono stata direttore di produzione; e consto anche l’esperienza come location maganer e ispettore di produzione per il film “La bella società” di Giampaolo Cugno. Ho curato poi degli spot pubblicitari, in ultimo quello con Beppe Fiorello, o uncortometraggio con Roy Paci. Un’ulteriore conferma lavorativa la sto avendo con il lavoro de “Malavoglia”, ultimo film di Pasquale Scimeca, la cui personale cura, parte dalla sua nascita  sino alla sua uscita.

A proposito del film “Malavoglia”. Quali sono le aspettative per un film che concorrerà in diversi festival del cinema?

Si, il film andrà a Venezia, Londra e Toronto, ed è una storia tratta dall’opera di Verga: “I Malavoglia”, una famiglia di pescatori che tenta di sopravvivere al giorno seguente con dignità e molta fatica; il film è però  contestualizzato e attualizzato. Ci si augura un esito positivo, perché contribuisce alla crescita di una Sicilia letteraria tradizionale ma sempre attuale, che ha molto da rivelare ancora. E il festival di Venezia, che da sempre accoglie i film siciliani con attesa e gradimento,  rappresenta un’ottima vetrina in tal senso.

Sei location manager, ispettore e o direttore di produzione ed organizzatrice generale. Quali sono le mansioni richieste per ognuno di questi settori. Di cosa ti occupi?

Un direttore di produzione si occupa di tutto quello che è attinente già a partire dall’idea  del film, dello sviluppo della storia sino a tutti i compiti organizzativi : cercare le varie location, informare le troup su ogni spostamento o mutamento di programma, gestire i contratti,e tanto altro; affinché si arrivi al giorno delle riprese pronti e ben organizzati. Quindi si iniziano le riprese,e poi si sale a Roma a fare l’attività di post-produzione, e li comincia un altro iter burocratico per giungere al termine del film, e permetterne la distribuzione nelle varie sale cinematografiche d’Italia.

Nella tua carriera consti anche di lavori come “aiuto-regista” per alcuni spettacoli della Compagnia Arpa, come: “La locandiera” o “La luna e l’imperatore” ed altri lavori cinematografici. La regia rientra tra le tue ambizioni professionali, o fa solo parte di occasioni lavorative?

Non rientra tra le mie ambizioni, sono una “macchina di produzione”. Il mio compito è appunto quello di far sì che un regista possa realizzare la sua idea di film nel migliore dei modi e in tutte le fasi: dallo sviluppo dell’idea al montaggio, al lancio.

Passando al cinema: costanti sono oramai i tuoi rapporti lavorativi con il regista Pasquale Scimeca(come avviene il vostro incontro). Cosa ci dici degli ultimi lavori come “Rosso Malpelo”, e ultimo de “I Malavoglia”, quale ricordo serbi di essi?

Sono fortemente legata al cinema di Pasquale Scimeca, che si presenta in modo credo diverso:  vero e reso sempre attuale, che accoglie artisti in erba e non solo attori già conclamati ed affermati e questo mi lega maggiormente ai suoi  lavori. E poi c’è l’amicizia, che nel tempo ha legato coloro che li hanno creati, dagli attori ai tecnici; e che va al di là degli stessi film. Si rimane un tutt’uno con le persone con cui lavori giorno per giorno; e spesso, il regista richiama attori e tecnici con cui ha già lavorato. Questo a sua volta facilita i lavori seguenti.

Alla luce della tua esperienza, cosa ci dici dello stato di salute del cinema siciliano; e che trattamento sta riservando la Regione al cinema?

La Regione sta investendo: ci sono dei finanziamenti e il pieno appoggio dell’assessorato al turismo. La Sicilia può volare e la trovo pronta, dopo tanti anni, ad accogliere le varie produzioni che vengono a girarci i propri film; questo è sinonimo di bellezza e affermazione artistica, ma è anche  “lavoro”, perché sorgono nuove possibilità occupazionali, con la conseguenza di avviare una formazione stabile e duratura e per molti giovani che vogliono incanalarsi in questo settore.

Il film “La bella società”, di cui sei stata location maganer, può in tal senso rappresentare un trampolino di lancio per l’immagine della Sicilia, o è ancora un segnale debole e commerciale?

Sicuramente ha contribuito a favore di quel patrimonio paesaggistico di cui è ricca la Sicilia, permettendo di far scoprire nuovi territori di essa, ancora inesplorati. Anche personalmente è stata un’esperienza professionale particolare, con una troup che ha un diverso modo di lavorare nei tempi e nei ritmi, rispetto quelli cui mi sono oramai abituata visti i tanti anni di lavoro con il regista Scimeca.

Qualche anticipazione sui tuoi prossimi lavori?

Per adesso si pensa a far crescere quest’ultimo film che andrà a concorrere al festival di Venezia.

Aurica Livia D’Alotto

Foto di Maria Catalano