Sanità. Lettera aperta al D.G. dell’ASP dal Sindaco di Villarosa

Villarosa. “Avrei voluto volentieri sottrarmi a questo obbligo, cioè mai avrei voluto prendere atto che la logica prevalente è quella della “cassa” anche quando si tratta della pelle dei miei cittadini, e nella fattispecie la pelle dei cittadini è la loro salute ed i servizi sanitari pubblici a salvaguardia della stessa” Cos’ inizia la lettera aperta del primo cittadino di Villarosa, Gabriele Zaffora, al Direttore Generalwe dell’ASP di Enna ed al Prefetto.

“Anche a seguito degli ultimi avvenimenti – continua Zaffora – la drastica, penalizzante, rimodulazione dei servizi diagnostici ambulatoriali, che costringe anche vecchi, inabili, sofferenti a barcamenarsi fra numeri verdi inefficienti, file negli uffici postali, lungaggini e attese defaticanti, sono costretto in rappresentanza di tutta intera la comunità villarosana ad elevare una vibrata, amara protesta di fronte ad una visione esclusivamente aziendalistica e monetaria dei servizi sanitari che offende profondamente i bisogni e la sensibilità specialmente dei più indifesi”
A questo punto il Sindaco elenca quanto verificatosi, ad esempio, negli ultimi tre mesi:
1) E’ stato interrotto il servizio di consultorio familiare, già ridotto all’osso nonostante la peculiarità della drammatica situazione sociale di ampie fasce della mia comunità e senza averne avuto alcuna semplice, formale, burocratica comunicazione.
2) E’ stato rimodulato nei termini che si ricordavano più sopra il servizio diagnostico ambulatoriale.
3) Nel tempo, progressivamente, si sono ridotti i servizi specialistici di ginecologia, di ortopedia, di cardiologia.
“Se queste sono le premesse – afferma Zaffora – è legittimo aspettarsi la fine dei residuali servizi. Quando ciò a breve avverrà mi auguro verrà alla nostra conoscenza anche con una semplice, formale, burocratica comunicazione” e conclude “Formulando cordiali saluti, affido a Lei, conosciuta la Sua sensibilità e professionalità, il compito di rappresentare a chi usa soltanto la forbice che gli sprechi della sanità non nascono dalla soddisfazione dei bisogni primari della massa dei cittadini ma dal cinico sfruttamento delle condizioni di bisogno dei siciliani da parte di chi mantiene e tiene ancora in vita 2000 onerosissime convenzioni con strutture sanitarie private”.