Il marchio della Bestia è tra noi…! by Giovanni Granucci

Ai vertici occulti non ha mai importato quale fosse l’ideale per cui gli uomini si battevano sia che fosse per un regime dittatoriale o per una rivoluzione dei popoli che propugnasse importanti valori come uguaglianza, fraternità, libertà. A loro importa soltanto controllare i vertici degli stati sempre e comunque, per questo agiscono politicamente in modo trasversale e opposto, hanno in offerta modelli di società per tutti i gusti per quelli di destra e per quelli di sinistra e anche per chi ha sempre pensato solo ai fatti suoi.
Naturalmente più è grande uno stato e più è facile controllarlo, così si sono inventati la globalizzazione imponendo a tutti un modello economico di sviluppo frenetico che oltre a non fare la felicità di chi vive nei paesi sviluppati, affama zone del mondo già povere stravolgendone la fragile economia.

Altro che simbolo celtico, il Sole delle Alpi scelto dalla Lega Nord come bandiera della Padania arriva dall’Africa, e per la precisione dall’Egitto. Si chiamava «seme» o «fiore della vita» ed è rappresentato nel tempio di Seti I ad Abido: i sei tratti verdi concentrici all’interno del cerchio potrebbero non essere dei raggi, ma dei petali. Oppure tutte e due le cose contemporaneamente.
A raccontarlo è un libro «Il marchio della bestia è tra noi…!» di Giovanni Granucci, geometra e artigiano varesino, studioso di «fenomeni di frontiera» per passione (edizioni Arterigere). L’obiettivo del testo in realtà è quello di dimostrare l’origine occulta ed esoterica di un simbolo entrato con disinvoltura nella quotidianità della vita di ognuno di noi, quello del «bancomat». Prima di arrivare a questa conclusione però, nel libro si incontra un lungo excursus sull’origine e sul vero significato del Sole delle Alpi. «Vero» ma non unico né definitivo, perché nello studio dei simboli esoterici è veramente difficile svelare il contenuto nascosto finale». E per spiegarlo prende ad esempio una cipolla che appare diversa per forma, colore e dimensioni ogni volta che le si toglie uno strato: «Possiamo sempre togliere un altro giro di foglie e vederne un aspetto ancora più nascosto – scrive Granucci – non è detto che sotto al primo significato occulto non ne esista un altro più profondo…e poi magari un altro ancora».
Fatta questa premessa, il quinto capitolo inizia ad analizzare il Sole delle Alpi, prendendo spunto in particolare da quello rappresentato nel murale del bar “All’ancora d’oro” a Borgoforte, nel Mantovano, non lontano dalla sede del parlamento padano. «È un cerchio al cui interno troviamo sei raggi o foglie, visto il colore verde», scrive l’autore ricordando che è stato proprio un articolo apparso sul giornale di partito, la Padania, ad affermare che «la bandiera padana è ricca di significati esoterici».
Il riferimento è alla teoria per cui i sei raggi indicherebbero allo stesso tempo sei «razze» mondiali (caucasidi, mongoli, amerindi, australidi, congoidi, capoidi), sei europee (nordica, baltica, alpina, atlantica, adriatica, mediterranea) e sei padane (galli, italici, veneti, occitani, franco-provenzali, tirolesi, friulani) oltre alla settima, al centro come la «Terra di Mezzo», o «Roma caput mundi», la Padania a riassumerle tutte. Una lettura cosmopolita che sembra ben lontana dagli slogan cui il partito di Bossi ci ha abituato. Ma scavando nella storia si incontra il simbolo della Padania sulle sponde del Nilo, disegnato dagli antichi Egizi a simboleggiare quel concetto di origine di tutta la creazione che lo stesso segno aveva anche per i Celti. Con la differenza che non si chiamava Sole delle Alpi ma «Fiore della Vita». Da qui i legami con altri simboli massonici ed esoterici che il lettore troverà nel libro.
(da: La provincia di Varese)

Giovanni Granucci è nato il 18 marzo 1950 a Lucca, vive e lavora a Varese dal 1955, diplomato geometra è titolare di un’affermata azienda artigiana, appassionato d’arte e attento ricercatore di vari fenomeni di frontiera cura un sito di settore: www.cerchiodiluce.com