Aidone Morgantina. Il parco Archeologico di Morgantina è ormai una realtà

Aidone. Nell’aula consigliare del Municipio aidonese, l’archittetto Enrico Caruso, neo Direttore del Parco Archeologico di Morgantina (dizione completa “Servizio Parco archeologico di Morgantina e delle aree archeologiche di Aidone e dei Comuni limitrofi”) di nuova istituzione ha incontrato, mercoledì pomeriggio, su invito del Sindaco, i rappresentanti della società civile e alcuni consiglieri comunali compreso il presidente del Consiglio Comunale Pino Di Franco e gli stessi amministratori. C’era molta attesa per capire quale fosse il ruolo del Parco e cosa comportasse la sua istituzione per la sorte e le speranze di sviluppo di Aidone e Morgantina, il dott. Caruso è stato esauriente nell’esposizione e disponibile a rispondere alle numerose domande che gli sono state porte.
Il Parco, istituito in base alla Legge Regionale 20/2000, è la realizzazione di un sogno, un progetto a lungo ambito, sul quale sono state riversate molte aspettative. Le parole di Caruso hanno fatto trapelare finalmente la possibilità di una attenzione e una cura più esclusiva non solo nei confronti dell’area archeologica ma anche del Museo e della stessa cittadina di Aidone, e di quelle aree limitrofe che però ancora non sono state definite e perimetrate.
Caruso, che si è autodefinito prima di tutto uno storico, negli ultimi due anni ha lavorato in Aidone collaborando al Museo con la ex soprintendente, la dott.ssa Basile, anche nell’allestimento della sala degli Acroliti e poi nei restauri della chiesa Madre di San Lorenzo e nell’allestimento, all’interno della stessa Chiesa, di un piccolo museo di oggetti sacri. Dichiara di essersi innamorato di Morgantina e anche di Aidone, di essere stato incuriosito dai notevoli edifici sacri che connotano la via Roma, una delle più antiche arterie del tessuto medievale, al punto di avere pensato di progettare una campagna di scavi nel sito del Castellaccio, dove si trovano i ruderi del Castello Normanno, uno scavo che forse potrebbe dare una parola definitiva sulle origini di Aidone che, secondo gli storici , sono di epoca Normanna ma potrebbero benissimo risalire a epoche più lontane: greca? romana? bizantina? araba? La via Roma, che parte dalla piazza Umberto, e precisamente dalla chiesa di San Leone, sale a nord fino al piano del Castellaccio, si prolunga verso mezzogiorno lungo la Via Sen. Camerata per giungere al Museo, ospitato nel convento dei Cappuccini; nell’insieme costituisce la colonna dorsale della città medievale e lungo questo percorso secondo il direttore del Parco si snoderà quello che potrebbe essere denominato il Museo Diffuso costituito dal Museo vero e proprio e da quello della ex chiesa di san Domenico (o come lui preferisce dire San Vincenzo Ferreri ) che ospiterà la Venere; lungo questo possibile itinerario turistico c’è tutta la storia di Aidone.
Si è parlato a lungo dell’allestimento della sala che dovrà ospitare i preziosi Argenti di Eupolemo e della data dell’inaugurazione della loro esposizione che l’assessore Armao, nella famigerata conferenza stampa, ha fissato al 15 ottobre; in modo un po’ inopinato visto che, non solo non c’era ancora nulla di pronto, ma proprio in quella occasione venivano presentati i nuovi dirigenti che avrebbero dovuto farsene carico. La data che era già slittata al 23 ottobre potrebbe ancora subire qualche variazione e tenere conto delle disposizioni del nuovo Assessore Regionale il dott. Missineo.
Nel corso dell’incontro dal pubblico è venuta una sollecitazione a pronunciarsi su quello che sta diventando il nervo scoperto di tutti gli aidonesi: il rientro della Venere direttamente ad Aidone senza soste intermedie nel suo viaggio di ritorno da Malibù. Caruso, dopo avere detto che questa è una decisione politica che non rientra certamente tra le sue competenze, ha assicurato che il Museo sarà pronto ad accoglierla fin dal suo rientro dagli Stati Uniti.
Ha invece annunciato che presenterà dei progetti per restaurare, ampliare e di conseguenza valorizzare il Museo esistente. Gli aidonesi potranno ritenersi soddisfatti sia per l’istituzione del Parco, sia perché a dirigerlo, e in un certo senso a fondarlo, è stato mandato un professionista giovane, pragmatico, competente e molto motivato anche dalla complessità del compito arduo che gli è stato affidato.
Il brindisi d’accoglienza che gli è stato rivolto sia anche di auspicio affinché l’area archeologica di Morgantina, notevolissima nella sua dimensione spaziale e temporale, abbia finalmente tutta l’attenzione che merita perché, come ha affermato lo stesso Caruso, fra i cospicui resti di Morgantina, emersi intatti da sovrapposizioni, vanno cercate le risposte che ancora aspettiamo per avere un quadro storico esauriente della storia più antica della Sicilia.

Franca Ciantia