Rifiuti. C.P.Sutera su Tarsu applicata dal Comune di Cerami: Semplice disattenzione o atto di furbizia

Cerami. Come specifica nella sua lunga missiva il Consigliere provinciale Michele Sutera, importante ‘spalla’ a fianco di chi in questi ultimi anni ha lottato per Tia/Tarsu, in ogni caso per dare trasparenza alla tariffazione dei rifiuti, si sente “abbastanza” tradito dai suoi ex “compagni di merenda”, questa la sua riflessione relativa l’operato dell’Amministrazione del suo Comune:
Legittimità, legalità, trasparenza, chiarezza, giustezza, equità, queste le motivazioni che mi hanno spinto, circa cinque anni fa, ad iniziare la battaglia sui rifiuti in difesa degli interessi dei contribuenti ed a tutela dei loro diritti.
Una battaglia ardua, difficile, combattuta su più fronti e che alla fine ha avuto l’esito che tutti auspicavamo: una chiara vittoria dei contribuenti che ci consente di affermare che, sia pur non totalmente, giustizia è stata fatta. Una battaglia che mi ha visto protagonista come Consigliere Comunale e componente del Comitato dei Cittadini prima, e come Assoutenti poi. In questa battaglia, com’è noto, ho avuto come autorevolissimi co-protagonisti i colleghi Consiglieri comunali di allora, che hanno condiviso e sostenuto questa battaglia. Di questi, uno è oggi Sindaco del Comune di Cerami, un altro è diventato un autorevolissimo esponente dei Comitati dei Cittadini a valenza regionale, mentre il sottoscritto è stato eletto al Consiglio Provinciale. Come si vede ne è passata di acqua sotto i ponti. Tuttavia però il problema annoso dei rifiuti in genere e delle tariffe in particolare presenta le stesse criticità di prima, qualcuno ha mutato il proprio comportamento uniformandolo alle vecchie logiche che qualche anno prima voleva cambiare, qualche altro forse, atteso il suo silenzio, ha gettato la spugna o ha seguito le orme del primo.
Tutto ciò porta alla insana scelta di applicare una tassa sui rifiuti solidi urbani che contrasta in ogni aspetto quei principi ispiratori della battaglia originaria. Quanto al sottoscritto, nonostante il ruolo che ricopre, avverte forte la necessità di evidenziare le criticità della tariffa applicata nel mio Comune. Una tariffa che nella sostanza fa scempio dei nobili principi ispiratoti di quella che fu definita “la battaglia delle battaglie”.
La TARSU applicata distingue tra due categorie a) utenze domestiche e b) utenze non domestiche, senza che in quest’ultima trovano spazio altre classificazioni.
Per le utenze non domestiche, quindi, si impone lo stesso tributo a prescindere da quale che sia l’attività. Pertanto i Circoli presenti nel territorio e che rappresentano luoghi di ritrovo e di aggregazione sociale, pagano lo stesso importo/mq. di una attività economica. Così come è paradossale oltre che illegittima, (perché viola il comma 3 dell’art. 62 del D.Lgs. n. 507/93) assimilare alla tipologia b) anche una superficie che per caratteristiche strutturali e di destinazione produce rifiuti non assimilabili agli urbani, penso ai rifiuti speciali allo smaltimento dei quali, per legge, deve provvedere a proprie spese chi li produce. Pensate allo smaltimento degli oli esausti, alle batterie, alle gomme, al ferro ecc. i produttori di questi rifiuti che dovrebbero beneficiare della riduzione dell’area tassabili, non solo non hanno la riduzione, ma pagano due volte la tassa: la tarsu al Comune, e lo smaltimento dei rifiuti speciali alle ditte convenzionate, con buona pace della giusta ed equa tassa. Non si capisce bene perché non siano state riconosciute le riduzioni tariffarie previste anche dal regolamento comunale a tutti gli aventi diritto così come non si capiscono altre incongruenze che emergono leggendo gli avvisi di pagamento e non solo. Quanto alla effettiva riduzione dei costi del servizio l’Amministrazione comunale poteva e doveva fare di più. Sarebbe bastato avere il coraggio della coerenza nel revocare e/o modificare alcuni atti posti in essere dalla amministrazione Ragonese, all’epoca contestati da tutto il gruppo, attuale Sindaco compreso, ed avviare in maniera seria la differenziata.
Queste semplici azioni avrebbero ridotto di circa il 50% i costi totali del servizio che tradotto in “soldoni” avrebbe comportato una riduzione di pari importo delle bollette a carico dei Cittadini. Togliere ciò che si può dare è immorale, togliere ciò che si deve dare sa di “truffa”.
Una ultima notazione, apparentemente irrilevante, ma di una gravità estrema. Nell’avviso di pagamento fatto recapitare tramite la Serit Sicilia ai contribuenti si legge: “Somma dovuta per tassa smaltimento rifiuti e tributo provinciale” con l’indicazione dell’anno di riferimento e dell’importo, e sotto l’indicazione della superficie della categoria e del relativo costo per mq. Orbene eseguendo una semplice moltiplicazione (mq. x tariffa) ci accorgiamo che la differenza tra l’importo da pagare ed il costo della tariffa x mq è, in termini percentuali, di circa tredici punti. Il che ci porta a desumere che il tributo provinciale sarebbe pari a quella percentuale, appunto il 13%, che è un falso. Il tributo provinciale, infatti, per legge non può essere superiore al 5%, e quello dovuto alla Provincia Regionale di Enna è stato fissato al 3%, pertanto non si capisce, né è specificato, a cosa imputare la differenza del 10%. Non può essere certamente imputato all’IVA perché è vietata la doppia imposizione. Ma allora a cosa imputare quella differenza percentuale? L’unica addizionale collegabile alla TARSU che mi viene in mente è quella relativa all’ex ECA. A parte la regolarità o meno della applicabilità dell’addizionale ex Eca, su cui personalmente nutro molti dubbi, la domanda è perché non farne menzione e lasciare passare il messaggio che la differenza fosse imputabile per intero al tributo provinciale? Semplice disattenzione o atto di furbizia per non incorrere in spiacevoli impicci contabili-amministrativi. Gli atti di furbizia non sono ammessi quando si mettono le mani nelle tasche dei contribuenti; come dire oltre al danno anche la beffa!
Chiudo questo mio breve ragionamento con l’amarezza di chi ha dovuto prendere atto di dovere riaprire una battaglia che sembrava essere stata consegnata alla storia, con la delusione di chi è stato tradito, con la consapevolezza che la coerenza, il senso civico, il senso del dovere, il rispetto verso il prossimo, il bene comune, non appartengono a tutti gli uomini, ma con l’orgoglio di chi a questi principi si ispira ed attua”.