Lacerato come in tutta provincia il PD di Troina

Troina. Che avesse ragione quel diavolo di cancelliere di ferro, che fu Ottone Bismarck, quando diceva che la gente dormirebbe meglio se non sapesse come si fanno la politica, che per di più guasta il carattere, e le salsicce. A giudicare dalle vicende del Pd ennese, che stanno producendo effetti non certo positivi nei circoli comunali, sembrerebbe proprio che non avesse poi tanto torto. Emblematico, sotto quest’aspetto, è quello che avvenuto nel circolo “Vittorio Fiore” di Troina.
Sono 152 gli iscritti al locale circolo del Partito democratico, ma venerdì sera a partecipare al congresso per designare i 9 delegati al congresso provinciale convocato per eleggere il segretario provinciale erano in 40 circa. Non tutti hanno votato. Ad esprimere il voto su chi dovrà essere il nuovo segretario della federazione di Enna Pd sono stati in 11: 8 per Mario Alloro, 3 schede nulle e nessun voto per Alessandro Messina. Gli altri hanno partecipato alla discussione, ma alla fine non hanno preso parte alla votazione. E’ un singolare congresso quello del Pd troinese che si è tenuto in un orario insolito (iniziato alle 20.30, si è concluso all’1 di notte) ed un giorno prima di quello provinciale, che si celebra ad Enna questa mattina. Ma come è arrivato a questo punto il Pd troinese? Le vicende del Pd ennese, spaccato in due tronconi (uno che fa capo Crisafulli e l’altro a Galvagno ed a Termine), hanno influito. Riunendosi più volte nelle ultime settimane per decidere se partecipare o no al congresso provinciale, il comitato esecutivo del Pd di Troina ha discusso a lungo sulla fase che sta attraversando il Pd ennese. Si paventava che ciascuna componente avrebbe convocato il suo congresso provinciale, l’uno in contrapposizione dell’altro. Quale dei due eventuali congressi provinciali sarebbe stato quello legittimo? In un primo momento il comitato esecutivo del Pd di Troina si è orientato a partecipare a quel congresso provinciale che gli organismi dirigenti regionali e nazionali avrebbero ritenuto legittimo. Il comitato esecutivo si divide quando si comincia a prospettare la celebrazione no di due, ma di un congresso provinciale, riconosciuto legittimo dagli organismi dirigenti regionali e nazionali, e di un’assemblea provinciale dell’area Galvagno-Termine, che al congresso non partecipa perché non ne ritiene opportuna la celebrazione in presenza di profonde lacerazioni. Ci sono quelli che ritengono che bisogna partecipare al congresso, che ha avuto il riconoscimento degli organismi dirigenti regionali e nazionali, ed altri che pensano sia giusto non partecipare né al congresso provinciale né all’assemblea provinciale per preservare l’unità del Pd troinese messa in pericolo dalla contrapposizione delle due componenti: quella che fa capo a Crisafulli e l’altra che fa capo a Galvagno-Termine. E’ molto probabile che, dopo quello che è accaduto venerdì notte, per il circolo troinese del Pd non si preparano giorni migliori. Quasi una negazione dello slogan bersaniano “rimbocchiamoci le maniche per preparare giorni migliori”. Il segretario Fabio Venezia ed il capogruppo in consiglio comunale Francesco Cantale hanno già annunciato le loro dimissioni dai rispettivi incarichi. Tutti e due sono dell’idea di non partecipare a nessuna delle manifestazioni ennesi. Le dimissioni di questi due esponenti di rilievo dei democratici troinesi sono un avvisaglia di quello che potrà accadere nei prossimi giorni nel Pd locale. Le vicende ennesi avranno l’effetto di riaprire discussioni su questioni sopite per amore di unità che, come è inevitabile che accada, ci sono in un partito nato da poco, che non ha avuto il tempo di elaborare un sentire comune, e con strutture organizzative molto fragili.

Silvano Privitera