Aidone. Finalmente “a casa” gli argenti di Morgantina

Aidone. Gli argenti di Morgantina sono tornati a casa. Trafugati dai tombaroli, venduti a collezionisti ed esposti per anni nei musei statunitensi, i reperti della preziosa argenteria d’epoca ellenistica conosciuta anche come il “Tesoro di Eupolemos”, da oggi pomeriggio si possono ammirare nella nuova sezione espositiva del museo archeologico di Aidone, in provincia di Enna. A celebrare il rientro degli argenti, l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Sebastiano Missineo, e il dirigente generale del dipartimento dei Beni culturali, Gesualdo Campo.
Ospite d’onore, il senatore Francesco Rutelli che, nel 2007, in qualità di ministro della Cultura, siglò l’accordo bilaterale fra Italia e Usa per la restituzione di una serie di opere sottratte illegalmente dal nostro Paese.
“Il ritorno degli argenti – ha sottolineato l’assessore Missineo dopo il taglio del nastro che ha inaugurato la nuova sala del museo di Aidone – e’ un evento storico ma anche la prima tappa di un programma che dovrà consentire al territorio di Enna di vivere nel segno della cultura e dell’arte. Oggi abbiamo accolto gli argenti, tra febbraio e marzo festeggeremo il ritorno della Venere in Sicilia, speriamo alla presenza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e nella primavera del prossimo anno sarà completato il restauro della Villa del Casale di Piazza Armerina. La provincia di Enna, che vanta anche il sito di Morgantina, non deve farsi sfuggire questa grande occasione di riscatto e puntare a diventare un polo d’eccellenza turistico e culturale, dove i visitatori potranno ammirare una parte importante del nostro immenso patrimonio”.
L’allestimento prevede, insieme ai sedici pezzi d’argento dorato, l’esposizione di una raccolta di reperti inediti provenienti dall’abitazione di Eupolemos (III sec. a.C.) e recuperati durante le campagne di scavo degli anni novanta dirette da Malcolm Bell.
In mostra, accanto agli argenti, una grande arula (altare domestico), vasellame da mensa, anelli, spatole e stiletti in bronzo, vasetti miniaturistici e due “singolari” monete separate da duemila anni di storia. Si tratta di una sikeliotan, la moneta coniata proprio a Morgantina intorno al 212 a.C. con l’effige di una dea, Persefone o Demetra, e una moneta da cento lire del 1978 con la dea Atena e l’ulivo. Un prezioso indizio per gli archeologi-investigatori che, in un colpo solo, hanno potuto datare gli argenti di Eupolemos e gli ultimi scavi clandestini che per trent’anni hanno sottratto preziosi tesori alla Sicilia.
Nel museo di Aidone, che già ospita gli Acroliti, sono stati svuotati tre ex magazzini archeologici per realizzare un nuovo ed elegante spazio destinato agli argenti. “Ai locali espositivi esistenti – spiega il direttore del Parco Archeologico di Morgantina, Enrico Caruso – si sono aggiunti due nuovi ambienti, uno dei quali è un vasto salone illuminato da tre ampie finestre: il locale più bello e luminoso del museo. Grazie ai fondi del Po Fesr 2006-2013, il progetto punta a raddoppiare la superficie del museo che – con l’arrivo della Venere e con il sito di Morgantina – diverrà una meta fondamentale per la conoscenza delle antiche civiltà della Sicilia e del Mediterraneo”.
“Sacri agli dei” è stato il filo conduttore della manifestazione che si è aperta con il convegno internazionale di archeologia moderato dal dirigente generale del Dipartimento dei Beni Culturali, Gesualdo Campo. “Con l’arrivo degli argenti e della Venere – ha detto Campo – finisce il ciclo delle restituzioni e comincia quello delle appropriazioni. Per la comunita’ sarà un momento importante dal punto di vista economico ma anche sotto il profilo del recupero della propria identità culturale”.
A raccontare l’iter storico, artistico e giudiziario del rientro degli argenti di Morgantina, l’ex Soprintendente di Pompei, Pietro Guzzo; l’archeologo statunitense Malcolm Bell III, a cui si deve il riconoscimento dei tesori d’arte trafugati in Sicilia ed esposti nei musei americani; il magistrato siciliano Silvio Raffiotta, che avviò il procedimento giudiziario per la restituzione delle opere e Giuseppe Marseglia, comandante dei Carabinieri del Nucleo Tutela patrimonio culturale della Sicilia.
Ad accogliere gli ospiti anche il Prefetto di Enna, Giuliana Perrotta, il presidente della Provincia regionale di Enna, Giuseppe Monaco, il Soprintendente per i Beni culturali, Fulvia Caffo, e il sindaco di Aidone, che ha conferito la cittadinanza onoraria a Francesco Rutelli.