Per Procura Nicosia zona Pineta a rischio frane che potrebbero piombare su via Nazionale

Nicosia. Sigilli all’area dove avrebbe dovuto sorgere un albergo nella zona della Pineta. La procura da sequestrato tutta la zona che si affaccia sulla sottostante via Nazionale, strada di grande transito, per rischio di frana. Esisterebbe quindi un pericolo concreto di cedimento del costone che travolgerebbe l’arteria sottostante. Quindi il pericolo non è stato rimosso dall’intervento effettuato dal Comune ad aprile dell’anno scorso. I lavori di “alleggerimento” della massa in movimento, non sono stati tali da mettere in sicurezza il costone. Lo scorso aprile una frana aveva invaso la carreggiata.
Era emerso che a provocare la frana erano stati i lavori di sbancamento iniziati e poi non ultimati, per la realizzazione di una struttura alberghiera sulla cima del colle Pineta. L’area era stata oggetto di una indagine della Guardia di finanza che ha denunciato il titolare per truffa aggravata. Un mese prima della frana le Fiamme gialle avevano denunciato l’amministratore della società che in città aveva avviato un progetto per realizzare con fondi pubblici una struttura alberghiera. Secondo le accuse il contributo per poco meno di 2 milioni di euro sarebbe stato ottenuto dichiarando che la ditta aveva la capacità economica di coprire la quota parte che per legge è posta a carico del privato. Il progetto per la realizzazione di un albergo, presentato come struttura mirata a potenziare l’offerta ricettiva in aree sottoutilizzate, era stato presentato nell’ambito del fondo “Fers” per la riqualificazione dell’offerta ricettiva. Durante le verifiche contabili effettuate dai finanzieri era emerso che l’impresa non era in grado di dimostrare di avere sostenuto le spese a proprio carico. L’ipotesi contestata all’amministratore è frode aggravata e tentata frode ai danni dell’Unione europea. Una trance di finanziamento è stata riscossa e quella da 900 mila euro che doveva essere elargita dal ministro era stata bloccata dopo la segnalazione della Guardia di finanza. Secondo le verifiche dei finanzieri l’impresa avrebbe investito nella prima fase di lavori la somma percepita come prima trance, ma avrebbe documentato opere coperte con fondi propri per ottenere la liquidazione della seconda parte del finanziamento. Su questa vicenda si era poi innestata la frana partita dal cantiere e finita su via Nazionale. Una frana che per la Procura che ha disposto il sequestro, è ancora incombente e potrebbe anzi avere dimensioni molto maggiori di quella dello scorso aprile.
Giu. Mar.