Troina. PDL replica sull’uscita di Totuccio Lombardo dal partito

Troina. A Silvestro La Barbera, che dal 2001 al 2010 è stato segretario del circolo di Forza Italia (FI), prima, e del Popolo della libertà (Pdl), dopo, non sono piaciute le dichiarazioni di Totuccio Lombardo, l’ultimo, in ordine di tempo, vice presidente del Cesis, la società a capitale pubblico costituita nel 1995 per la gestione del patto territoriale, che la Provincia, socio principale, ha dimesso. Lombardo è stato un sostenitore di FI della prima ora. Quando nel 2008 FI ed An si fusero, dando vita al Pdl, Lombardo aderì al Pdl. Ma da alcuni giorni Lombardo ha lasciato il Pdl annunciando pubblicamente questa sua decisione perché si è sentito abbandonato dai suoi amici di partito.
Quella dichiarazione, ma soprattutto le ragioni con le quali Lombardo ha motivato la sua decisione di lasciare il Pdl, ha provocato la risentita reazione di La Barbera (nellafoto): “Quando afferma di essere stato abbandonato dagli amici, è bene che Lombardo faccia riferimento ad altri suoi amici non troinesi, perché gli amici del circolo Pdl di Troina l’hanno sostenuto nelle elezioni per il consiglio provinciale del 2008 consentendogli di essere il secondo dei non eletti”. La Barbera, che rivendica di aver contribuito a fare del Pdl uno dei due partiti di Troina più grandi, ci tiene a precisare che la buona affermazione di Lombardo nelle elezioni provinciali del 2008 è soprattutto merito degli amici troinesi provenienti da FI: “Potevamo candidare altri amici, come, ad esempio, Giacomo Plumari, un valido e stimato componente del Pdl, ma alla fine abbiamo scelto di candidare Lombardo. Se questo è per Lombardo un abbondano, ci spieghi cosa gli avremmo dovuto fare”. La Barbera replica piccato alle accuse di Lombardo criticandone il comportamento: “Ha agito senza tenere conto del Pdl di Troina. Della sua nomina a vice presidente del Cesis, noi l’abbiamo appreso dai giornali”. Le ultime vicende del Pdl di Troina, la costituzione dell’associazione Responsabilità Civile per iniziativa di un gruppo di aderenti al Pdl in aperta polemica con il loro stesso partito di provenienza e l’uscita di Lombardo, inducono a considerazioni non molto lusinghiere sul Pdl, che vanno al di là delle vicende locali. Il Pdl è l’espressione più compiuta di quel modello di partito personale che Mauro Calise definisce a struttura padronale e proprietaria la cui ideologia o programma finisce con il coincidere con la volontà stessa del suo fondatore e capo. Nelle realtà locali la struttura di questo tipo di partito è molto fragile. Le esigenze personali prevalgono sulla volontà collettiva. Un partito poco strutturato produce spinte centrifughe e non riesce a mantenere la coesione a livello periferico. L’impegno maggiore di questo tipo di partito avviene in occasione degli appuntamenti elettorali. Per il partito a struttura padronale e proprietaria, sono attività residuali e di facciata la formazione e la selezione dei gruppi dirigenti, l’azione del gruppo giovanile, il rapporto con gli iscritti e gli eletti, il lavoro di elaborazione programmatica e il confronto tra le componenti interne. Tutti i partiti, chi più chi meno, hanno subìto la fascinazione del modello politico berlusconiano, basato sul carisma individuale e sua una leadership unica ed assoluta. Di questo tipo di partito stanno emergendo con grande evidenza gli aspetti negativi per cui si comincia a sentire una certa nostalgia per le forme organizzative di partito di tipo tradizionale.

Silvano Privitera