Festa a Troina per i 100 anni di Antonino Chiavetta

Troina. Antonino Chiavetta ha compiuto 100 anni. Ospite della comunità alloggio per anziani “Villa Rossella”, Antonino Chiavetta ha festeggiato il suo 100° compleanno con i suoi nipoti, gli altri ospiti di Villa Rossella e di molti amici che lo conoscono da tanto tempo e che gli vogliono molto bene. Ai festeggiamenti hanno partecipato anche il sindaco Salvatore Costantino e l’assessore alle politiche sociali Giacomo Plumari, che a Chiavetta hanno consegnato una targa ricordo dell’evento. La festa per il compleanno dell’anziano troinese, nel pomeriggio di sabato, è iniziata con la santa messa officiata da padre Pietro Maccarrone ed è proseguita fino a sera con l’assaggio di prodotti tipici della cucina troinese e balli. Antonino Chiavetta, che ha un carattere mite ed una buona memoria, ne ha cose da raccontare. Con le sue vicende umane, ha attraversato le fasi più cruciali del Novecento, che viene definito “secolo breve” in cui, però, sono successe molte cose. Nei primi anni ’30, è a Firenze per assolvere gli obblighi di leva. Ottenuto il congedo, nel 1935 un suo amico, anche lui di Troina, che viveva però a Trieste, lo convinse a trasferirsi nella città giuliana. “A Trieste ho cercato di farmi assumere come lavoratore dipendente da diverse imprese, ma la diffidenza dei triestini verso i siciliani era molto forte. Non trovando un lavoro alle dipendenze di un’impresa, decisi di mettermi in proprio facendo il mio mestiere di calzolaio. Affittai un locale ed aprii una bottega. Fu una decisione indovinata, perché il lavoro era così tanto che dovevo lavorare anche di domenica con la saracinesca abbassata”, ricorda Chiavetta. Si trovava a Trieste, quando nel 1940 l’Italia entrò in guerra. Racconta l’anziano centenario troinese: “Mi richiamarono alle armi e mi mandarono in Croazia da dove mi trasferirono a Mogadiscio, in Somalia, e poi in Grecia. Nel 1943, ero ancora in Grecia quando, rifiutandomi di collaborare con loro, i tedeschi mi portarono prigioniero in campo di concentramento per militari al confine con la Francia. Riuscii a fuggire e ci misi un mese per arrivare a Troina, nel 1944, con grandi difficoltà che si possono immaginare”. Da allora, non si è mosso da Troina dove ha lavorato come calzolaio. Non si è mai sposato, ma della sua bella fidanzata conserva ancora la foto.

Silvano Privitera