Arrivo della Venere. Aidone era ed è così…. per sempre?

Aidone. “Paiseddu bannunatu senza umbra di cunfortu……siddu passa un furasteri cu pietati ti talìa, riducisti peggiu ancora di na tinta massaria …scusitizzi ssù li strati e i trazzeri di campagna, pi certuni risultasti u paisi da cuccagna”. Così il poeta aidonese più famoso, Vincenzo Cordova, nella poesia in dialetto siciliano: “Daduni du 1935”, descriveva amaramente il suo amato paesello. Sono passati tre quarti di secoli ma la condizione di Aidone non è cambiata e neppure l’attesissimo rientro della Venere, dopo quello degli Acroliti e degli argenti, è riuscito a dare al paese l’auspicato colpo di frusta che servisse a smuoverlo dalla secolare indolenza. Tutta la cittadinanza sta a guardare inebetita; aspettando di vedere che la macchina organizzativa si metta finalmente in moto, non sa fare altro che le spallucce sperando che la soluzione dei problemi prima o poi arriverà, chissà da dove, o disperando ormai che qualcuno voglia farlo.

Ci siamo scandalizzati tutti alle parole di Gian Antonio Stella e, prima, a quelle della Anello sul CS che definivano Aidone un borgo sperduto, il buco del buco, ed altre simili amenità; ma cosa stiamo facendo per smentire l’impressione a pelle che questi signori hanno avuto, l’una venendo e l’altro leggendone il resoconto?
Dopo i fiumi di parole, gli innumerevoli incontri e i tavoli tecnici, le conferenze stampa in cui si continuano a millantare promesse e soluzioni, ancora non è stato fatto un passo avanti. A due giorno dall’arrivo della Venere e a pochi mesi –Uno? Due?- dell’apertura della mostra espositiva, se si esclude il fervore di lavori al Museo, tutto intorno è vuoto pneumatico, silenzio assordante!

Con chi ce la dobbiamo prendere?

L’assessore regionale al Turismo Tranchida, davanti alla commissione Cultura dell’ASR e poi in una successiva conferenza stampa, affermava che avrebbe curato personalmente la campagna promozionale per il rientro della Venere, per la quale avrebbe avuto a sua disposizione 200 mila euro; lo stesso quando a Berlino, alla Borsa internazionale del Turismo, presenta il Meeting del Turismo euro-Mediterraneo, che
si svolgerà a Palermo, al Real Albergo dei Poveri, dal 19 al 22 maggio prossimi, dimentica perfino di citare tra gli eventi l’arrivo della Venere e l’apertura della Villa Romana di Piazza Armerina. In pochi giorni ha dimenticato del tutto l’evento che si era impegnato a celebrare con tanto clamore e con tanto denaro!
La questione delle strade di accesso, continua ad essere trattata con i tempi dell’ordinaria amministrazione, nonostante gli accorati appelli di Renzo Evola, il presidente dell’associazione Herbita , che pervicacemente si sta spendendo per trovare una soluzione alla sistemazione della SS 288 e all’apertura del tratto lungo la diga Ogliastro. Sull’amministrazione e sul Consiglio provinciale è meglio stendere un pietoso velo; l’unica novità sembrerebbe l’elenco dei progetti di rifacimento delle strade provinciali enunciato ieri dall’assessore Antonio Alvano.

Chiamare alle sue responsabilità l’amministrazione comunale, può sembrare quasi un’azione maramaldesca! Hanno ben donde, come sempre di lamentare la mancanza di finanziamenti da parte della Regione, intanto non si fanno neppure le cose realizzabili a costo zero o risolvibili con cifre di modesta entità, come si sa fare tutte le volte che se ne percepisce l’urgenza: conferenze, partecipazione alla Bit, nomina nuovo dirigente ……..
Dobbiamo arguire che ancora non è percepito come una urgenza la realizzazione di un sito Internet appena decente; nè la possibilità, attraverso i propri uffici di richiamare al senso di ordine e decoro i cittadini con il completamento o la pulizia delle facciate, dei terrazzi, dei cortili; né il dovere di richiamare commercianti, baristi, albergatori ad assolvere nel modo migliore il proprio compito, garantendo i servizi essenziali, nel modo più decente possibile, anche nelle ore della siesta e nei giorni festivi ; né l’affrontare lavori di somma urgenza nelle strade interne e periferiche segnate da buche o sprofondamenti, come la via Napoli (nella foto) che è stato necessario chiudere all’accesso degli autobus o la scala che dalla via Cavour scende in piazza Cultreri (nella foto) versante in uno stato di completo abbandono, con i gradini dal marmo sbreccato, il cemento armato con i ferri in gran parte scoperti, le ringhiere dai ferri divelti … non si può ignorare che quella è la scala (che, come la via Napoli, ci auguriamo che al più presto venga chiusa alla fruizione della gente) che nei giorni della festa di san Filippo viene percorsa da decine di migliaia di pellegrini e visitatori. ecc. ecc. ecc. …..

Intanto l’Amministrazione continua a perdere pezzi, l’ultimo ad abbandonare la barca è stato il consigliere Pino Calcagno Spadaro che ha comunicato attraverso la stampa il suo senso di delusione e frustrazione; mentre la Provincia e la Regione sembrano avere problemi molto più importanti e pressanti che risolvere quelli del nostro paese che si fatica a trovare sulla carta geografica.

Franca Ciantia


Una delle foto: la serie di balconi sulla discesa di via D. Minolfi, sotto le finestre dell’ufficio tecnico, difronte all’ingresso dell’archivio storico (tutti gli amministratori e funzionari ogni giorno ci passano accanto…….).