Chiusura ostetricia ospedale Piazza Armerina: “si marcia su Leonforte”

Piazza Armerina. I comitati di quartiere non ci stanno alla decisioni che sono emerse dal tavolo tecnico convocato a Enna dal prefetto Giulia Perrotta. “Si continua nella lotta” dicono i rappresentanti dei quartieri, che si stanno muovendo per organizzare un comizio, in piazza Falcone e Borsellino, per domenica sera alle ore 19. Da indiscrezioni sappiamo che i quattro quartieri storici della città formuleranno un documento quanto più unitario possibile, dopo aver coinvolto tutte le associazioni che hanno preso parte in questi giorni alla battaglia in difesa del Chiello, ove saranno illustrate una serie di proposte da presentare lunedì a Leonforte quando sarà riunita la commissione regionale sanità. Al primo punto la richiesta di revocare il provvedimento di chiusura del reparto di ostetricia e ginecologia. I comitati sembrerebbero orientati a chiedere al sindaco, Carmelo Nigrelli, di mettersi in testa al corteo di protesta che i quattro quartieri vogliono preparare per lunedì in terra leonfortese. A questo punto l’unità delle forze politiche, con la società civile, i comitati di quartiere e le associazioni, potrebbe venir meno e le polemiche, finora latenti, cominciano ad affiorare. Le reazioni alle decisioni emerse dal tavolo tecnico sono le più disparate. La prima reazione dei cittadini è stata quella di un profondo risentimento contro tutta la classe politica locale, provinciale e in particolar modo contro i deputati regionali della provincia di Enna, in particolare contro l’Mpa di Lombardo, a detta di molti, ritenuto il principale responsabile politico di quello sta accadendo negli ospedali di molti comuni siciliani. Si chiede al sindaco, Carmelo Nigrelli, una scelta netta; che scenda in piazza con i protestanti, lunedì prossimo a Leonforte, per portare avanti le istanza dei cinquemila che hanno sfilato in corteo, nei giorni scorsi, per le vie cittadine. Se questo non dovesse accadere, pare, che i quattro comitati di quartiere sono pronti a proseguire nella lotta assieme a tutte quelle componenti della società civile, del mondo dell’associazionismo, dei club service, con i cittadini comuni, che vogliano continuare questa battaglia in difesa dell’ospedale Chiello di Piazza Armerina. Difficile fare previsioni ma la strada intrapresa ormai sembra interpretare un forte istanza che viene dal basso, dalla società civile, che chiede il riscatto di una città intera e un’assunzione di responsabilità forte da parte della classe politica e istituzionale locale. Si è aperta una nuova stagione politica per la città e i grandi vecchi o strateghi della politica piazzese, con i loro giochini e sotterfugi, non sembrano avere più il controllo delle decisioni altrui e la provocazione lanciata, ieri sera, all’interno del nosocomio piazzese di bruciare le schede elettorale, nelle prossime tornate di voto, potrebbe tradursi nella realtà come un forte segno di protesta di una città che non sopporta più prevaricazioni.

Guglielmo Bongiovanni