Enna. Acquisita da Procura altra documentazione su ex miniera di Pasquasia

Enna. Personale della Digos e del Nucleo investigativo del Corpo Forestale ha provveduto ad acquisire altra documentazione, proveniente dall’assessorato regionale all’Energia per dare la possibilità alla Procura della Repubblica, che ha aperto l’inchiesta sulla miniera di Pasquasia, di avere una visione della vicenda più chiara dopo i quattro interrogatori sulle persone indagate. L’interrogatorio del presidente della Regione, Raffaele Lombardo, da parte del Sostituto Procuratore della Repubblica, Marina Ingoglia, ha sostanzialmente chiusa una parte dell’inchiesta della Procura della Repubblica in quanto sono state interrogate le quattro persone che erano iscritte nel registro degli indagati, vale a dire il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, gli assessori Pier Carmelo Russo e Giosuè Marino, il funzionario regionale , ingegnere Epifanio La Rosa, oltre al deputato regionale Salvino Caputo, quest’ultimo come persona informata dei fatti, inoltre ad una dichiarazione spontanea da parte del consigliere provinciale, Giuseppe Regalbuto, presidente della speciale commissione, che da due anni cerca di portare avanti il problema dell’inquinamento della miniera di Pasquasia e quindi la possibilità della messa in sicurezza, per evitare altri atti di sabotaggio e, quindi, la bonifica del sito per eliminare le enormi quantità di amianto e di olio dielettrico, che sono presenti a giorno nella zona di Pasquasia e che costituiscono un costante pericolo per tutto l’ambiente circostante, dove si trovano aziende agricole ed anche delle sorgenti.
Intanto, esauriti gli interrogatori la Procura ha chiesto alla Digos ed al Corpo Forestale di acquisire altri documenti sulla vicenda Pasquasia da prelevare presso la Regione Siciliana ed inoltre il sequestro cautelativo della miniera è diventato conservativo, mentre il professor Ticali, incaricato dal Consiglio dei Ministri, sta facendo effettuare delle prove geognostiche per accertare la natura del terreno che si trova ai margini della miniera. Sulla base delle dichiarazioni fatte la Procura della Repubblica deciderà se ascoltare altre persone oppure chiuderà l’inchiesta con dei provvedimenti, ma soprattutto cercherà di spingere gli organi competenti ad attivarsi affinchè l’attuale pericolo di inquinamento ambientale venga eliminato nel più breve tempo possibile. Tra l’altro è stato accertato che è possibile realizzare all’interno della stessa miniera una discarica per convogliare sia l’amianto presente che anche l’olio dielettrico, che è il primo importante passo verso la bonifica della miniera. La realizzazione di questa discarica coperta all’interno della zona della miniera costituirebbe una risparmio di risorse finanziarie oltre a diminuire i tempi di trasporto, che, in questa vicenda, è un fattore importante. Quando tutto questo è stato fatto, allora si potrà pensare ad una possibile ripresa dell’attività estrattiva. Il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, su questo argomento, è stato abbastanza chiaro affermando che prima bisognerà impegnare risorse per la bonifica e la messa in sicurezza, successivamente si penserà a valutare se ci sono veramente le condizioni per riprendere l’attività produttive, andando a valutare costi e benefici.