Enna. Sit in di protesta per l’ospedale di Leonforte alla D.G. dell’ASP

Enna. Difficile che il reparto di ostetricia dell’ospedale di Leonforte, attualmente chiuso così come quello di Piazza Armerina, possa riprendere a pieno ritmo la sua attività, perché molto dipende dall’assessorato regionale alla sanità, ma sicuramente saranno potenziati i Punti di Assistenza Territoriali, i cosiddetti PTA, sia di Leonforte che di Piazza Armerina che, sul piano della sanità pubblica, potrebbero essere sicuramente dei punti di riferimento molto importanti. Questi PTA dipendono per il suo completamento dalla direzione generale dell’Azienda sanitaria ennese, anche se l’integrazione di medicina di base deve risolversi a livello regionale. Ieri mattina il comitato spontaneo pro salute di Leonforte, formato da una cinquantina di persone, accompagnato da alcuni sindaci del comprensorio leonfortese e da padre Minuto, si sono presentati presso la sede provinciale dell’Asp nel viale Diaz, ricevuti dal direttore generale Nicola Baldari, e dalla direttrice sanitaria, Giovanna Volo, i quali hanno cercato di dare le giuste risposte su quello che è il futuro dell’ospedale di Leonforte.
Intanto è stato affermato ed assicurato che l’ospedale di Leonforte non chiuderà , avrà i suo 70 posti letto per i ricoveri urgenti, avrà il suo PTA che sarà potenziato al massimo perché si tratta di un punto di assistenza sanitaria importante e determinante in quanto proprio lì verranno fatti i primi accertamenti sanitari, quelli importanti che possono salvare una vita umana, ma ovviamente il “punto” deve essere, nel più breve tempo possibile perché importante, mentre il comitato ed i sindaci del territorio insisteranno presso l’assessorato regionale alla sanità per cercare di far riaprire il reparto di ostetricia. Padre Minuto, che di questo comitato è stato l’anima, ha presentato tutta una serie di richieste, evidenziando che il diritto alla salute deve poter essere di tutti, non ci possono e non ci devono essere, nel campo della sanità, cittadini di serie B. La battaglia per una buona sanità non è un’azione di protesta, ma un atto dovuto per la collettività leonfortese, che, ovviamente, non intende mollare, e si aspetta dall’assessorato regionale e dall’Asp,risposte concrete sul futuro dell’Ospedale.