COBAS sulla problematica dell’Ospedale Chiello di Piazza Armerina

“Come volevasi dimostrare: dopo tante promesse di impegni, dopo fiumi e fiumi di parole, dopo tanto impegno speso nell’organizzare e nell’arringare il popolo piazzese attorno all’idea e al concetto di una sanità a disposizione della gente, di un ospedale da rilanciare e da riorganizzare e non da eliminare, dopo un inutile tira e molla tra potentati politici e manageriali sui tecnicismi amministrativo-gestionali da adottare per fare sembrare la medicina più dolce e farla ingoiare al popolo ansioso di verità e di tutela sociale, siamo al punto di prima, anzi peggio di prima, perché abbiamo scoperto che le nostre istituzioni politiche (sindaco, presidente del consiglio, consiglieri comunali, assessori), nonostante il generoso e sincero impegno di tutti (ne devo dare atto!), agli occhi dell’assessore Russo e del presidente della Regione Lombardo, valgono meno di niente. Dopo tante mortificazioni e dopo tante umiliazioni subite dalle istituzioni e dalla gente piazzese, dopo l’ennesimo episodio di tragica e vergognosa malasanità, vogliamo, forse, restare così a guardare, a continuare a subire queste offese di carattere sociale che intaccano finanche il concetto di dignità relazionale e istituzionale?… La politica con i suoi rappresentanti ha provato, civilmente e democraticamente, a cambiare lo stato di fatto dell’ospedale Chiello e, dopo ardui tentativi esperiti solo per tentare di interloquire contro questo Fantomas della sanità siciliana, questa inavvicinabile e inarrivabile assessore che si fa desiderare meglio di Brad Pitt o di Manuela Arcuri, non hanno cavato un ragno dal buco e si sono chiusi in un assordante silenzio che sa tanto di “volemose bene”. Ebbene, cari piazzesi, visto che la politica ha fallito nei tentativi di potere ripristinare un minimo di civiltà e di tutela di un diritto sacrosanto qual è la salute, riprendiamo l’iniziativa in mano e, insieme al comitato che, tanto egregiamente e in maniera impeccabile, Massimo di Seri, Salvatore Cimino, Adriana Rabita, e tanti altri generosissimi concittadini, scendiamo in piazza e sulle strade a lottare ma, stavolta, senza tanti timori riverenziali e senza nessuno scrupolo nei confronti di chi permette di fare morire nostri figli, fratelli, sorelle, madri e padri solo perché non possiamo fruire di una struttura sanitaria di prim’ordine stante il vincolo di bilancio o di risparmio quando sappiamo benissimo che sono proprio quelli che parlano di risparmio fruiscono di scandalosi stipendi e di pantagrueliche, trimalcioniche e luculliane indennità da favola, a fronte di un apparato sanitario e amministrativo formato da un esercito di medici sottopagati, di impiegati, infermieri e ausiliari con salari da terzo mondo!… Vergogna!… Cacciamoli via questi indegni detrattori e distruttori dei diritti costituzionali insieme al loro costosissimo menage,…. organizziamoci e andiamo, come ho detto qualche settimana fa, a manifestare in migliaia in Viale A. Diaz 49 stringendo pacificamente “d’assedio” la Direzione Generale e vedremo se gli indicatori economici avranno la supremazia sugli indicatori sociali,… Finiamola di perdere tempo e risparmieremo altre vite preziosissime. Si dice che la guerra, per i malvagi, è felicità, ma per i buoni è necessità. Ebbene cari compagni e amici piazzesi, è venuto il momento di scendere in guerra: quella fattuale, non quella parolaia. Invito il comitato cittadino di lotta a indicare una data di incontro delle varie componenti anche tramite un pubblico comizio e stavolta cominciamo a fare sul serio. Ricordate che sono in gioco le nostre vite. Rimango in fiduciosissima attesa”.

Luigi Bascetta per il coordinatore provinciale COBAS