Enna festeggia i 109 anni di Arturo Licata

Grandioso traguardo per l’ennese Arturo Licata che, ieri, ha compiuto 109 anni. Mente lucida, qualche acciacco fisico, ma un grande cuore e tanta voglia di godersi questi 109 anni. È con questo spirito che il “nonnetto” Arturo ha trascorso questo giorno speciale che, di fatto, lo rendono tra i più longevi d’Italia, ma anche del mondo. Basta, infatti, fare una ricerca su internet che nonno Arturo viene classificato come il 19° uomo più grande del mondo. In verità è nato il 28 aprile, ma – come spesso accadeva in quegli anni – la sua nascita è stata dichiarata solo il 2 maggio. Uomo molto gioviale e dal forte senso dell’umorismo, Licata ci ha accolto cantando una canzone dedicata ai giovani. Magari la sua canzone “d’animo” perchè dotato di un forte spirito di volontà e quella bella voglia di vivere. Al nostro arrivo Arturo Licata ha subito detto quello che, fino a qualche anno fa, faceva, ossia suonare la chitarra: “Purtroppo ora non posso più prendere il re maggiore ed il re minore per un dolore alle mani” dice scherzando l’ultracentenario che rivela come le due chitarre in suo possesso gli siano state regalate da amici.

Licata, ex commerciante, ha ricordato quando “compravo il pane a sei soldi” e quando nel 1908 assistette al terribile terremoto: “Non potrò dimenticarlo mai, avevo sei anni e ad un tratto vidi dei contenitori muoversi fortemente”. Ad 11 anni andò a lavorare in miniera lasciando la scuola e seguendo i fratelli più grandi; per tre anni, poi, lavorò al dispensario antitubercolare ad Enna nel periodo pre-guerra. Nel periodo fascista per tre anni fu ad Addis Abeba. Fatto curioso è che Arturo Licata non ha mai preso parte alle due grandi guerre: “La prima perchè troppo piccolo, la seconda perchè ormai grande”.
In 109 anni solo due volte ha avuto bisogno delle cure mediche, quando, a 85 anni, è stato investito da una moto fratturandosi due costole, e per un’operazione agli occhi.

Attorniato da una bella famiglia, Licata ha vissuto per quasi trenta anni senza la moglie Rosa morta nel 1980. La cornice di famiglia vede anche sette figli: Paolo, che abita a Chiavari, Salvatore, Rosario, Concettina, Giuseppina, Lucia e Gaetano scomparso nel 2000. Papà Arturo è orgoglioso dei suoi figli, ma anche degli otto nipoti e quattro pronipoti.
Ma “nonno” Arturo è anche una buona forchetta e va pazzo per “la pasta con la ricotta ed un buon bicchiere di vino”. Quindici giorni fa, racconta il figlio Rosario, Arturo Licata ha raccontato “d’aver sognato che tornava a suonare la chitarra ed aveva un suono bellissimo”. Bello così come il suo essere scherzoso e positivo, caratteristica che l’ha distinto sempre e che mette in mostra quando, a fine intervista – pranzo e riposino incombevano -, mi ha salutato augurandomi tanta fortuna e salute. E naturalmente ci siamo lasciati dandoci appuntamento per il 110° compleanno.