Comune Gagliano risarcirà proprietari antico castello per espropriazione del bene

Gagliano Castelferrato. Il comune di Gagliano perde la causa con i proprietari della Rocca e dopo circa due decenni deve risarcire i signori Pace e Gravina con una somma pari a 300.000 euro.
Negli anni Novanta l’antico castello rupestre fu espropriato e il comune di Gagliano avrebbe dovuto corrispondere ai proprietari circa 90 milioni di lire per quell’atto di esproprio. La cifra però non fu allora corrisposta. Intanto la Regione siciliana negli anni successivi finanziava 9 miliardi di lire per la sua messa in sicurezza. Il progetto fu realizzato e i progettisti vennero pagati, ma il castello non risulta essere ancora accessibile. Di recente è stato approvato dalla Soprintendenza ai beni culturali il progetto della scala che permette l’accesso al maniero, si attende ora l’appalto per l’inizio dei lavori.
Nel frattempo il Consiglio di giustizia amministrativa ha decretato che il comune di Gagliano debba risarcire i vecchi proprietari per quell’esproprio mai pagato e la somma che il comune dovrà ora corrispondere ai proprietari deriva da un computo che il Cga ha fatto sul bene, valutandolo 30 euro al metro quadrato, ovvero 300.000 euro.
Il sindaco Salvatore Prinzi, di fronte a questo fardello, tiene a precisare che “questi sono debiti del passato, consegnati nelle nostre mani dalle precedenti amministrazioni e noi adesso dovremo farcene carico, ma confidiamo in una risposta affermativa da parte della Regione siciliana alla nostra istanza”. Prinzi, infatti, con una lettera ha chiesto alla Regione una somma di 121.083,47 euro per espropriazione prevista nel progetto già realizzato. La rimanente somma, che ammonta a 178.916,53 euro, dovrà essere pagata dal comune di Gagliano, in quanto si tratta di somme non previste nel progetto espropriativo e per il comune si tratterebbe dunque di un debito fuori bilancio.
Tra i proprietari e il comune di Gagliano si è poi raggiunto un accordo bonario transattivo, mediante il quale gli eredi Gravina e Pace rinunciano agli interessi maturati dal 1990 ad oggi e alle spese legali, mentre il comune rinuncia ad andare in Cassazione. In questo modo il comune riuscirà a non farsi pignorare le somme.
Al Consiglio di giustizia amministrativa le somme dovranno essere corrisposte entro il mese di maggio attualmente in corso, mentre la Regione dovrà corrispondere le proprie somme entro il mese di novembre 2011.

Valentina La Ferrera