Convegno sui fatti del 1848 accaduti a Regalbuto

Regalbuto. Nella sala riunioni del circolo ricreativo anziani, in piazza Vittorio Veneto, si è svolto il convegno sui moti che avvennero a Regalbuto tra il 25 gennaio e il 25 marzo del 1848. Il convegno, organizzato dall’associazione Siciliantica di Regalbuto e dal CRA, per i 150 anni dell’unità d’Italia, ha ripercorso i tragici ed efferati eventi che la città di Regalbuto ha vissuto in quel periodo alla luce dei documenti inediti frutto della ricerca storica effettuata dal dott. Maurizio Azzaro, discendente di una famiglia che partecipò in prima linea a quei fatti che precedettero la discesa di Garibaldi in Sicilia. Numeroso il pubblico presente il quale ha ascoltato con interesse e partecipazione alla narrazione storica fatta dal dott. Vito Venticinque il quale tra l’altro ha letto un passo di Ippolito Nievo scritto a Regalbuto nel chiostro degli agostiniani il quale assieme a Cesare Abba era al seguito del generale Garibaldi entrato a Regalbuto. Il dott. Azzaro invece ha raccontato cronologicamente, alla luce dei documenti ritrovati, i moti avvenuti a Regalbuto, le efferate violenze e i passaggi più importanti che avevano in quel tempo portato la città di Regalbuto nella cronaca giudiziaria. Tra il pubblico diversi ospiti tra cui uno dei discendenti della famiglia Compagnini, avversari degli Azzaro che alla fine del convegno si è congratulato per l’opportunità ricevuta di poter conoscere parte della storia della sua antica famiglia. Alla fine il rinfresco offerto dal circolo degli anziani ha concluso i lavori. Insomma una rievocazione storica fatta di eventi e nomi tra cui appunto gli Azzaro e i Compagnini, ma anche i Carchiolo, i Citelli e molte altre famigli nobili e meno nobili del paese che si sono affrontati a viso aperto, divisi tra i seguaci dei Liberali e i filo borbonici, conclusasi nel sangue e che hanno lasciato un segno negli anni futuri. “Una storia mai raccontata e rimasta troppi anni nel silenzio – dicono gli organizzatori – un fatto accaduto a Regalbuto però da raccontare per conoscere meglio la nostra storia , cioè chi siamo stati e per capire poi dove vogliamo andare ma sopratutto per sentire più forte il senso dell’appartenenza”.

Agostino Vitale