Enna. Consiglio provinciale su galleria Juculia e ASI

Torna a riunirsi domani pomeriggio alle 17 il Consiglio provinciale, convocato dal presidente Massimo Greco, per trattare due argomenti all’ordine del giorno . Il primo riguarda il trovare azioni che sino a tutela dei lavoratori della Galleria Juculia, a pochi chilometri dalla diga Olivo. Si tratta di un argomento, la cui trattazione è stata richiesta dai consiglieri Giuseppe Regalbuto, Maurizio Abbate, Francesco Spedale ed altri consiglieri. L’altro argomento riguarda la mancata normalizzazione del Consorzio ASI, che da quasi due anni si trova ad essere commissariata e senza un consiglio di amministrazione. La trattazione di questo argomento è stata richiesta dai consiglieri Francesco Spedale, Giuseppe Regalbuto, Salvatore Lupo, Mimmo Bannò, Salvo La Porta, Toituccio Miroddi, Gianni Russo, e Maurizio Abbate. I due argomenti sono stati richiesti dagli stessi consiglieri, di appartenenza politica diversa, per cui non dovrebbero esserci fughe dall’aula. Sui lavoratori della Galleria Juculia, che per quasi un mese hanno occupato la galleria stessa, il Consiglio provinciale si sta muovendo in colpevole ritardo perché gli stessi hanno già ricevuto la lettera di licenziamento, hanno accettato la disoccupazione per poter sopravvivere, e nei vari interventi che si sono succeduti, recentemente, con incontri in Prefettura , con i rappresentanti sindacali, con il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, sono stati presi degli impegni ben precisi per il finanziamento dell’opera e l’impegno da parte della ditta appaltatrice di riassumere gli operai che sono stati licenziati.
Per quanto riguarda il Consorzio Asi non c’è stata la necessaria pressione politico-amministrativa visto che, nel tempo, si sono succeduti ben tre commissari straordinari, nominati dall’assessore regionale all’Industria, Marco Venturi, che avrebbero dovuto preparare tutto il carteggio per la nuova elezione del Consiglio di Amministrazione, invece non si è fatto niente. Ovviamente si spera che l’argomento trattato in consiglio possa avere come atto consequenziale un ordine del giorno, ma anche una spinta di carattere politico, specie dai partiti che hanno rappresentanti all’assemblea regionale affinché il problema venga affrontato concretamente dal Governo regionale.