Aidone. Morgantina un sito per tutti, con i dovuti riguardi

Aidone. Se si vuole godere appieno della bellezza di un sito, di un monumento, di un quadro si deve prima desiderare e poi faticare almeno un po’ per la sua conquista. E Morgantina merita veramente che ci si prepari a questa visita come ad un viaggio nel tempo e nello spazio, consci che questo potrà richiedere anche un minimo di impegno e certi, però, che si sarà abbondantemente ricompensati dalla bellezza del luogo e dalla suggestioni delle sue pietre che raccontano una grande storia. Il successo dell’impresa dipenderà molto dalla guida che accompagnerà questo percorso: è fondamentale che sappia prendere per mano il visitatore e appassionarlo.
Fuori di quello che potrebbe apparire un discorso retorico ed interessato, mai si è sentito il turista a Pompei lamentarsi del percorso chilometrico necessario a visitare appena una piccola parte della città, o il visitatore di Selinunte, di Paestum o di qualunque altro sito di grande interesse che si trovi in una posizione scoperta dell’assolato meridione.
Nelle ultime settimane oltre 20.000 visitatori sono affluiti al Museo di Aidone e molto più della metà di questi hanno visitato anche il sito di Morgantina, che si rivela uno dei più interessanti e suggestivi di tutta la Sicilia se chi accompagna il visitatore sa farglielo apprezzare e soprattutto se lo fa con i tempi necessari: non si può costringere il malcapitato turista ad un faticosissimo tour de force, arrancando per salite e discese, orologio in mano, per completare la “visita” in mezzora! La visita a Morgantina non si può fare in meno di due ore, diciamo che tre ore è il tempo medio per gustare con calma e cognizione di causa i luoghi e la storia che essi ci raccontano.
L’affluenza, aumentata in modo esponenziale, comporta un grave rischio di massificazione e fa emergere come gravi difficoltà quelle che per l’appassionato possono essere delle debolezze. Ma, nella previsione-auspicio che le presenze continuino ad aumentare, bisognerà porre la giusta attenzione ai problemi che emergono e risolverli per il meglio e in tempi accettabili, evitando che divengano esca per critiche severe, al limite della diffamazione, che avranno il solo effetto di tenere lontani i turisti, privandoli di una meravigliosa esperienza.
Prima di tutto è indispensabile pianificare un diserbo sistematico ed efficace del sito, è vero che non è corretto e garbato evocare l’opera delle caprette ma non è neppure tollerabile che il sito spesso e volentieri rimanga sommerso dalle erbacce fino ad essere invisibile in alcune sue parti e con il rischio della proliferazione delle zecche; si può replicare che questo succede da sempre ma oggi sembra meno accettabile!
È innegabile la necessità delle uscite intermedie, configurabili anche come uscite di sicurezza. Il nuovo percorso ha allungato un po’ il tempo della visita, permettendo di conoscere e godere di parti della città prima completamente trascurate: l’intero quartiere ovest con le sue magnifiche case. Qualcuno, però, potrebbe sentirsi intrappolato all’interno di questo circuito e sentire la necessità di andar via senza completarlo o potrebbero verificarsi delle situazioni di emergenza, degli imprevisti. Già adesso sabato e domenica, nei giorni di massima affluenza, è prevista la possibilità di uscire dal cancello dell’agorà, controllato dai volontari della protezione civile che collaborano alla sorveglianza del sito. Speriamo che possa essere portato a regime anche negli altri giorni della settimana, magari con un sistema di apertura controllata a distanza, siamo nel 2011 ed è lecito e auspicabile sfruttare tutti i mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione, visto che il numero di custodi è vergognosamente al di sotto delle reali necessità e non si intravedono nuove assunzioni.
Si ravvisa anche l’opportunità di fontanelle di acqua potabile e di qualche altra area di sosta ombrosa provvista magari di qualche panca.
La maggior parte dei visitatori arrivano alla spicciolata e si lasciano guidare da pannelli didascalici, qualcuno purtroppo reso illeggibile dall’azione degli agenti atmosferici; i gruppi in genere arrivano con guida al seguito. È necessario che la guida sia competente e che oltre ad amare il sito per farlo amare anche ai suoi ospiti, fornisca loro le informazioni per una visita ottimale, se l’organizza in piena estate lo faccia in modo da far visitare la città nella prima mattinata e nel pomeriggio, con un livello di insolazione accettabile; è necessario che prepari gli stessi invitandoli a munirsi di copricapo, di scarpe comode e di qualche bottiglietta di acqua. Niente di più di quanto viene suggerito dal semplice buon senso.
Per concludere non si può non tornare alle dolenti note: i finanziamenti regionali, le responsabilità ai vari livelli che continuano a non essere onorati: rete stradale, parcheggi, segnaletica, infrastrutture…… Non vogliamo ripetere che quello che si sta evidenziando oggi era prevedibile e preventivabile nei tempi opportuni, ma non è possibile continuare a non agire, come se nulla di nuovo fosse accaduto. Viene pure il sospetto che non sia mai partita una vera e propria campagna di promozione e pubblicità perché non c’è un vero evento da offrire; la gente continua a venire, nonostante tutto, attratta e incuriosita dal grande battage gratuito che si è fatto su tutti i mezzi di informazione ma ad oggi: la Regione (“padrona” del sito e del museo) non ha messo nulla in campo per organizzare un’accoglienza adeguata, in compenso ha nominato due consulenti che si occuperanno di fornire “supporto tecnico per la definizione del partenariato pubblico-privato nei beni culturali siciliani e la progettazione del distretto storico-archeologico di Aidone, Morgantina e Piazza Armerina mediante l’utilizzazione degli strumenti programmatici disponibili tra cui le misure di aiuto alle imprese” (???!!!). La Provincia sembra del tutto assente e il Comune arranca con provvedimenti estemporanei dettati più dalla contingenza che da una chiara pianificazione; verrebbe da dire di un piano strategico se con questa definizione non si evocassero i grandi piani strategici della Civita e della Kore, di cui si è persa la traccia e la memoria!

Franca Ciantia