Calascibetta: “Orfeo de’ pazzi”, ultimo appuntamento per “Teatri di Pietra” nella necropoli di Realmese

Calascibetta. Un uomo stranamente acconciato comincia a “pazziare” nel proprio dialetto, si chiede s’è pazzo, e chi è pazzo, e perché proprio lui pazzo. Appena dietro c’è il palco in attesa che qualcuno lo abiti come di mestiere, ancora più in fondo e alcuni metri più giù, una civiltà solo nel 1948 riscoperta, riposa fra antiche mura che nel loro tempo dividevano ricchi e poveri della piccola popolazione di Realmese; oggi, sono ricoperte di piante profumate, e luogo di attrazione turistica per molti, come è stato per il piccolo Calogero L via, originario di Calascibetta ma residente in Belgio, che girovagando nel sito archeologico come turista si è poi ritrovato sul palco a fare l’attore nel ruolo di Orfeo.
La Necropoli si riaccende, “u pazz”, interpretato da Ernesto Lama, sta cercando Orfeo, risale sul palco con alcuni spettatori, pazziando ancora di più. Con lui, altri pazzi, individui bianchi e disarmonici, che su musiche etniche e popolari intonano i passi delle proprie emozioni, raccontano la propria vita senza spendersi in parole, si inseguono ed inseguono, cercano Orfeo, sperano ancora di non addormentarsi definitivamente. Ma chi è realmente Orfeo non n’è data idea definitiva al pubblico positivamente sbigottito, potrebbe essere lo stesso Pazzo e cantore e poeta che accoglie l’ultimo arrivato agli inferi, o coloro che a passi di danza lo seguono, o il piccolo bambino cui è stato dato il ruolo di Orfeo e non sa se riprendersi Euridice all’inferno oppure no. O forse gli spettatori che sul palco, assistono al dramma, e non comprendono dove giaccia realmente l’inferno, se nella morte che si ridesta o nella vita che s’addormenta.
L’ “Orfeo de pazzi” della MDA Produzioni Danza, e tratta da Agnolo Poliziano, dopo più di 10 anni dalla sua prima messa in scena, torna a sortire meraviglia, confusione, e riflessione in un pubblico ch’è stato attento e partecipativo sin dall’inizio seppur con l’interrogativo su chi fosse Orfeo e cosa volesse realmente.
Chissà che Orfeo, non giaccia fra le 288 tombe riscoperte nella Necropoli di Realmese.
La regia e la coreografia dell’opera sono di Aurelio Gatti. le musiche dal vivo eseguite da: Michel Audisso, Marcello Fiorini e Lucrezio De Seta. Gli interpreti sono: Paola Bellisari, Monica Camilloni, Annalisa D’Antonio, Rosaria Iovine, Nicola Simone Cisternino, Gioia Guida, Giuseppe Bersani, e con Ernesto Lama e Simonetta Cartia.

Livia D’Alotto

Photo Maria Catalano