Consiglio comunale Troina approva disciplina attività di somministrazione bevande al pubblico

Troina. Il consiglio comunale ha approvato il regolamento per la disciplina delle attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande nei bar e nei ristoranti. Il regolamento è stato redatto dallo sportello unico per le attività produttive (suap). In prima istanza, il regolamento è stato esaminato dalla commissione comunale affari istituzionali, presieduta dal consigliere Antonio Insinga (nella foto). Dopo che la commissione l’ha esaminato, il regolamento è stato approvato dal consiglio comunale. Positivo il commento di Insinga: “Con questo regolamento, la nostra città viene dotata di uno strumento importantissimo che permetterà ai tanti giovani di intraprendere l’attività di ristorazione e somministrazione di bevande semplicemente presentando la SCIA presso il SUAP del Comune di Troina. Seguendo la normativa nazionale, sulle liberalizzazioni, con questo regolamento vengono a cessare i parametri relativi al contingentamento degli esercizi e con esso anche le distanze minime tra i medesimi”. Il regolamento entrerà in vigore quindici giorni dopo la pubblicazione all’albo pretorio del comune. Prima dell’adozione del regolamento, non era possibile l’apertura di nuovi bar e ristoranti perché tutte le autorizzazioni previste da una vecchia determina del sindaco era sta già rilasciate. Erano 13 ristoranti e 23 bar. Era consentito il cosiddetto subingresso nella titolarità di un bar o di un ristorante, a seguito della cessione della proprietà o in affitto dell’esercizio di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande. Questo era possibile perché il numero degli esercizi non variava con il subingresso nella proprietà o nella gestione del bar o del ristorante. Ora, con il regolamento approvato dal consiglio comunale, non c’è più questo limite del contingente numerico. Questo significa che a Troina si possono aprire altri bar e ristoranti in aggiunta a quelli esistenti. L’altra novità è che la vecchia autorizzazione è sostituita dalla segnalazione certificata d’inizio attività (scia) da presentare al suap. Chi intende aprire un bar o un ristorante presenta al suap la scia e contestualmente dichiara di essere in possesso dei requisiti morali e professionali, di disporre il locale dove svolgere l’attività e può aprire l’esercizio lo stesso giorno in cui presenta la scia. Alla scia deve essere allegata inoltre la dichiarazione di un tecnico abilitato che attesti che il locale abbia l’agibilità e la destinazione d’uso e le caratteristiche delle sorvegliabilità. Questo è un punto importante e delicato perché, se il comune accerta che le dichiarazioni sono false, scatta la denuncia alla procura della repubblica per chi ha presentato la scia e per il tecnico che la rilasciato le false dichiarazioni. Dopo il regolamento adottato dal consiglio comunale nel mese di marzo di quest’anno che la liberalizza le attività di acconciatore, che unifica le vecchie denominazioni di barbiere, parrucchiere per donna e parrucchiere per uomo, anche quella quelle di attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande sono liberalizzate. Attenzione, però, perche non siamo di fronte a liberi tutti che sa di far west. A scanso di equivoci, non siamo di fronte ad incoraggiamento all’illegalità. Se qualcuno è indotto ad interpretare la scia in questo modo, è bene che se ne ravveda subito, prima che inizia l’attività. Per liberalizzare l’accesso alle attività economiche, che fino ad ora è stato impedito con questa logica corporativa del numero chiuso, non è necessario modificare l’art. 41 della Costituzione. La modifica dell’art. 41 della Costituzione è fumo negli occhi lanciato da un governo in fanno perché non c’entra con i problemi dell’economia reale, la cui soluzione ha bisogno di interventi di ben altra natura che sollecitano la crescita e lo sviluppo.

Silvano Privitera