Per Teatri di Pietra a Villarosa “Altrailiade”

Villarosa. Terzo appuntamento con “Altrailiade” di Giacomo Bonagiuso, a Villa Lucrezia, per il circuito Teatri di Pietra. Lo spettacolo è stato acclamato da quanti stanno seguendo con costanza il ciclo di spettacoli, che si concluderà l’11 agosto con Altro Anfitrione.
Degli uomini hanno con sè corpi di donne la cui identità è sconosciuta e non necessaria a sapersi; come sacchi ingombri vengono condotte sul palco per riacquisire l’identità mai più accompagnata dalla dignità che la guerra ha loro sottratto. Giacciono a terra mute, mentre il coro di uomini si sparpaglia tra la scena e il pubblico, e ponendosi di fronte a quest’ultimo ginocchioni sembra come porgli una domanda: “Sei pronto?”
La drammaturgia forte e recidente si fa pressante sin dal’inizio, tra giochi di luci, movimenti e acquisizioni di ruoli. Ecuba, Andromaca, Cassandra, e la stessa Polissena; più volte obliata nella sua straziata sorte; raccontano la loro Iliade; rappresentano la loro sorte di future schiave degli Achei dando penoso risalto alla violenza subita da Polissena e all’obbligo imposto ad Andromaca di sacrificare il figlio Astianatte. La guerra è finita, il bottino incassato ,la nave è salpata verso la vittoria, il destino si è compiuto. E adesso?
La parola si trasforma, diviene quasi una nenia dialettale che le donne; non di Troia, ma di tutte quelle terre che hanno perdute battaglie; intonano, perché della guerra nulla è rimasto, neanche il sole, a malapena “u scuru” . Il Demodoco, l’Aedo che narra le gesta di chi fa la guerra, serba le ultime parole che possano chiudere una storia che ancora non si chiude, né si risolve. Il coro si risveglia e riprende a narrare la propria sorte riempiendo la scena con gesti forti e ripetitivi, la cui ridondanza produce come uno scalpettio di un fuoco che s’è appena acceso, forse la fiamma della guerra che perdura, della forza, dell’umiliazione, del pentimento, forse, della rinascita.Lo spettacolo la cui drammaturgia per corpo, luce, immagine e voce è di Giacomo Bonagiuso, è liberamente tratto da Omero, Euripide, Yourcenar, Rame, Baricco e realizzata dalla compagnia Teatro Libero, composta da alcuni allievi che hanno studiato presso l’Accademia “F. Centonze” del Teatro Selinus di Castelvetrano Selinunte, diretta dal regista Giacomo Bonagiuso.
“Altrailiade nasce dall’idea di raccontare la guerra dalla prospettiva di chi perde, di chi resta. In questo caso la prospettiva è delle donne troiane sconfitte. Donne che hanno perso i mariti, , la loro città, il loro rango nobiliare, e la serenità. Vedono cadere le mura di Troia e d’improvviso da regine divengono bottino da caricare sulle navi achee. Divengono schiave, che arricchiranno il tesoro di Agamennone” ha dichiarato il regista Bonagiuso
“Abbiamo mantenuto la tessitura dell’Iliade, il testo unisce Omero ed Euripide, con alcuni inserimenti del contemporaneo, come il testo di Franca Rame che richiama lo stupro di Polissena in Euripide e narra un episodio personale. Polissena è di solito dimenticata e accantonata, ha invece una delle scene centrali in quest’Altraialiade che, attraverso il corpo delle donne si rende canto contro la guerra e si chiude con tutte le guerre che abbiamo dimenticato perchè non abbiamo rimosso solo Polissena, ma le 6.900 guerre delle quali perché l’economia non prevede che dobbiamo occuparcene. Dovremmo investire sulla ricerca, e non costruire armi sempre più potenti. Questo spettacolo è dedicato a tutte le guerre contemporanee che sono in corso, alle altre iliadi”.

Livia D’Alotto
Photo Maria Catalano