Nissoria conclusi i festeggiamenti di San Giuseppe

Bisognava esserci lunedì sera a Nissoria, giornata conclusiva dei festeggiamenti estivi in onore del santo patrono San Giuseppe. Bisognava essere parte del pubblico confluito nella grande Piazza Stati Uniti d’Europa del piccolo centro dell’ennese, per essere ammaliati, trascinati, travolti dal fenomeno Mario Incudine. Per chi non c’era, proviamo a tradurre in parole le emozioni che scoccate dal canto dell’artista siciliano si sono propagate nell’aria, raggiungendo e facendo vibrare le corde, purtroppo arrugginite, della sensibilità, dell’amore, dell’altruismo.
Un canto vero, intenso, parole impregnate di significato e una musica di qualità sono stati il canale per trasmettere i valori in cui il giovane cantautore crede, per dire che si deve lottare contro l’indifferenza, il qualunquismo, l’annientamento della personalità.
Mario Incudine ha offerto tutto ciò che è “altro”, che non è moda. Ha scelto il siciliano come codice del suo messaggio, riuscendo a farsi capire anche da chi siciliano non è. I maestri musicisti che l’accompagnano suonano il mandolino, la fisarmonica, la cornamusa, strumenti che rischiano di essere sopraffatti da quelli elettronici, oltre alla batteria, la chitarra, il flauto, più fortunati nella lotta per la sopravvivenza. Gli argomenti affrontati sono di quelli ritenuti scomodi dalla marea di gente che segue la scia dei luoghi comuni, dei pregiudizi, che dimentica il passato. Mario Incudine è come l’Angelus novus descritto da Walter Benjamin nelle sue tesi, analizzando l’acquerello di Paul Klee, con il corpo proteso verso il futuro e lo sguardo volto al passato. Così, affrontando il tema dell’emigrazione, l’artista invita a vedere negli africani che cercano un lavoro in Italia i nostri emigrati che partivano verso l’ignoto con la valigia di cartone, che morivano nelle miniere, che, se fossero stati rispediti indietro,non avrebbero potuto contribuire alla crescita economica della nostra Italia. Temi scomodi portati sulla scena utilizzando l’ironia alla maniera di Heinrich Heine, Oscar Wilde, Charlie Chaplin, Totò.
Per tutta la durata del concerto il pubblico è rimasto incollato al proprio posto, calamitato dall’energia vitale sprigionatasi dal cantautore ennese, che ha trasformato la piazza in un grande palcoscenico dove il pubblico guidato da Incudine, batteva le mani a tempo, cantava e rispondeva a tutte le sollecitazioni dell’artista.
Grazie a Mario Incudine per aver risvegliato negli spettatori l’orgoglio di sentirsi italiani senza dimenticare di essere siciliani, la fiducia nelle proprie capacità e per essere l’esempio che la forza delle idee, la conoscenza e l’audacia del singolo possono cambiare il mondo.
Grazie al sindaco Filippo Buscemi e alla sua giunta comunale per aver scelto uno spettacolo di alta levatura culturale in occasione dei festeggiamenti del santo patrono di Nissoria San Giuseppe.

Francamaria Germanà