Enna: Un successo al Castello di Lombardia lo spettacolo “Immensamadre”

Enna. Il pubblico ennese rinnova la propria sensibilità teatrale facendo registrare il pienone al Castello di Lombardia nella serata del 23 agosto, per lo spettacolo della Compagnia “L’Arpa” di Calascibetta “Immensamadre” che nasce nel 2009 con l’intento di tramandare una coralità di tradizioni, voci, canti, preghiere, cunti, testimonianze e riflessioni che si avvalgono del dialetto, e di antiche sonorità, necessarie a far memoria comune di ciò ch’è Madre, dalla cui immensità misteriosa ha origine la vita.
Dalla madre alla terra, dalla terra alla madre, dalla vita la morte, dalla morte la consapevolezza che la rinascita, se sarà, porterà con sé nuovi carichi e inevitabili sofferenze cui sono destinate le madri tutte. Il loro destino è un compiersi ciclico e puntuale che si disvela sul palco con canti corali di donne le cui tinte dei vestiti non mentono: di lutto è il color del nero che indossano, di purezza verginale il colore del bianco che esaltano; donne ataviche della terra, che cantano il dolore, generano la vita e pregano di non doverla veder perdere prima della loro. Fra queste, tre donne si espongono, e del dolore fatto di rinunce, sacrifici e silenzi dovuti, traggono forza per tessere un futuro migliore rendendosi esse stesse parola che rivela il mistero e la fragilità di partorire l’universo. Il canto e la parola si fondono per dar voce a chi, nel generare non ha perduto nulla del proprio corpo, e nulla riavrà al momento della morte; sono gli uomini che come spettri dietro a un velo che li separa dalla Madre origine del tutto, si rendono memoria di antiche Madri, con dei cunti e lamenti che seguono il ritmo del cardare la lana su di un bianco sudario.
E’ un ritorno nel passato remoto per risvegliare un presente assopito e ridare vigore a un futuro che può rivelarsi dimentico della forza della Madre- fonte di vita e rivelazione della morte – il lavoro di traduzione e adattamento teatrale attuato da Elisa Di Dio e Filippa Ilardo, su autori come Rilke, il cui decadentismo rafforza la nostalgia del passato; Levi, la cui spiritualità critica si rinnova laddove la coscienza della Madre emerge nelle tre donne protagoniste; Buttitta, presente con la forza del proprio dialetto; Bufalino, il cui linguaggio antico e atavico risuona nelle parole e nelle musiche; Esiodo, la cui forza del Mito emerge prepotente nell’espressione della Madre-Terra.
La regia dello spettacolo è dello storico e critico del cinema, Sebastiano Gesù; la drammaturgia di Elisa Di Dio e Filippa Ilardo -assistente alla regia insieme a Linda Di Dio- la direzione artistica e il disegno luci di Angelo Di Dio; le musiche di Giuseppe Di Bella e Sergio Beercock. Le interpreti di: Lucia Sardo, Elisa Di Dio e Patrizia Fazzi – spiazzanti e incisive- per il Coro: Oriana Cardaci, Giulia Clemente, Sabrina Sproviero, Marianna Palillo, Nenzi Vella, Emanuela Pantano, Noemi Pintus, Concetta Abate, e con la partecipazione dei “Lamentatori di Assoro”; l’organizzazione di Aurora Tilaro; foto di scena di Maria Catalano; costumi di Sabrina Di Giovanni.

Livia D’Alotto
Photo (C) Maria Catalano