In fumo 130 ettari a Troina

Troina. L’incendio di vaste proporzioni di venerdì pomeriggio, che si è sviluppato da mezzogiorno fino alle 18, ha investito una superficie di 130 ettari circa che si estende da monte Eliseo, nelle contrade Spanò, Sant’Ippolito e Ramici fino a monte Muganà a ridosso del cimitero. I due monti, vicini l’uno all’altro, sono separati da una valle formata dai ripidi fianchi dei due monti. Nonostante le sue enormi proporzioni, l’incendio non ha provocato grandi danni perché è incolta gran parte della vasta area che è stata attraversata da fiamme alte qualche decina di metri. Non ci sono stati danni alle persone, ma solo a cose. A subire danni sono state alcune aziende agricole delle contrade sotto il cimitero raggiunte dalle fiamme. A bruciare non sono state solo le sterpaglie, ma anche alberi secolari di castagne, in particolar modo in contrada San Cono. A limitare i danni sono state le operazioni di spegnimento coordinate dal Distaccamento di Troina del Corpo Forestale, che hanno impedito alle fiamme di raggiungere le case esistenti nelle contrade circostanti all’area dell’incendio. Le fiamme sono arrivate vicino al Villaggio Cristo Redentore dove ci sono Villa Ester, Casa Speranza e Villa Giovanna, le strutture residenziali dell’Oasi in cui sono ricoverati circa 160 diversamente abili non autosufficienti. E qui le fiamme si sono fermate grazie all’azione di contrasto dei soccorritori. Per precauzione, però, gli operatori socio-sanitari, medici e personale addetto alle pulizie ed alla cucina hanno preso letteralmente di peso gli ospiti delle tre ville, che hanno difficoltà a camminare, e li hanno portati sulla radura di contrada Lercara. Qui, hanno sostato poco tempo perché il fumo intenso del vicino incendio ha reso l’aria irrespirabile. Dalla radura si sono diretti verso il quartiere San Michele dove ad attenderli c’era della gente che ha dato loro da bere acqua per dissetarli. Da San Michele gli operatori socio-sanitari delle tre strutture residenziali dell’Oasi hanno portato i loro assisti nella grande sala dei 500 della Cittadella. Non è stato facile domare l’incendio sia per il caldo torrido sia per i frequenti, repentini ed imprevedibili cambiamenti di direzione del vento caldo di scirocco. Nello spegnimento dell’incendio sono state impegnate le squadre del Servizio Antincendio Boschivo (SAB) del Corpo Forestale, il gruppo di volontari dei Vigili del Fuoco di Troina ed i Vigili del Fuoco di Nicosia. Una mano d’aiuto l’hanno data i volontari della Protezione Civile di Troina ed Agira, i Vigili Urbani ed i Carabinieri di Troina nelle attività di supporto alle operazioni di spegnimento dell’incendio condotte dalle squadre SAB del Corpo Forestale e dai Vigili del Fuoco. Nelle operazioni di spegnimento dell’incendio sono intervenuti 2 elicotteri Sierra, che sono in grado di trasportare 800 litri d’acqua ciascuno, ed un elicottero Ericson, che ha una capacità di 5 mila litri d’acqua. Tutti e tre i velivoli del Corpo Forestale hanno fatto diversi lanci d’acqua sull’area percorsa dall’incendio. Nel pomeriggio di sabato, alle 14.30, le squadre SAB del Corpo Forestale ed i Vigili del Fuoco sono di nuovo intervenuti per spegnere l’incendio di contrada Liso, nella zona confinante con la vasta area dove era scoppiato il grande incendio di venerdì. Durante le operazioni di spegnimento dell’incendio di sabato pomeriggio in contrada Liso, un soccorritore della squadra SAB del Corpo è stato colto da un grave malore ed è stato subito trasportato in elicottero all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta. Come se no fossero bastati, i due incendi precedenti, nella tarda serata di sabato, verso le 23, prendevano a fuoco alberi e sterpaglie di via Fisicaro, che conduce al quartiere Santa Lucia. Il sospetto che sia dolosa l’origine di questi incendi è più che fondato. Parafrasando Agatha Christie, mi viene da dire che un incendio possa essere doloso è un indizio, che due incendi uno dopo l’altro possano essere stati accesi di proposito costituiscono un sospetto e che tre incendi scoppiati in rapida successione possano essere stati provocati apposta da un piromane è una prova. A questo punto, il problema è di individuare questo o questi piromani che vogliono passare alla storia locale alla maniera di Erostrato, quel pastore dell’antica Grecia che bruciò il tempio di Artemide per essere ricordato dai posteri. Che all’opera ci siano dei piromani, è quasi una certezza. Da qui l’appello rivolto a tutti i cittadini a segnalare al Corpo Forestale, ai Vigili del Fuoco ed ai Carabinieri persone che, con fare sospetto, si muovono attorno ad alberi e sterpaglie.

Silvano Privitera