Incendio a pendici Oasi di Troina, generoso e spontaneo gesto di solidarietà dei dipendenti

Troina. Coloro che credono in Dio pensano, anzi ne sono convinti, che in tutto quello che accade nel mondo ci sia la sua mano. Ma ci sono quelli che non credono in Dio, ma non per questo sono atei perché, come Albert Camus e Benjamen Constant, trovano nell’irreligiosità qualcosa di volgare e di usato, e pensano che alcune cose accadono perché a muovere gli uomini e le donne all’azione spesso siano ragioni concrete, terrene ed umane che operano nell’intimo delle coscienze individuali.

Nel vasto incendio che ha devastato circa 130 ettari di terreno e che ha minacciato seriamente le strutture del Villaggio Cristo Redentore, gli uomini delle squadre del servizio antincendio boschivo del Corpo Forestale ed i Vigili del Fuoco, con il supporto della Protezione Civile, hanno fermato le altissime fiamme che erano sul punto di raggiungere Villa Ester, Casa della Speranza e Villa Giovanna dove sono ricoverati poco meno di un paio di centinaia di assistiti che hanno difficoltà a muoversi da soli.

Gli uomini del Corpo Forestale ed i Vigili del Fuoco hanno operato in condizioni difficili mettendo a rischio la loro incolumità. Ma l’hanno fatto perché animati da un forte senso del dovere ed da uno spiccato senso civico nel compiere la loro missione, che è quella di spegnere gli incendi che degli irresponsabili accendono. Gli operatori dell’Oasi in servizio (assistenti, addetti alle pulizie ed alla cucina, infermieri e medici) si sono dati da fare, senza risparmiarsi, per portare in salvo gli assistiti diversamente abili ricoverati nelle strutture del Villaggio Cristo Redentore seriamente minacciate dal vasto incendio.

Senza nulla togliere alle squadre del servizio antincendio boschivo del Corpo Forestale ed ai Vigili del Fuoco, che per impedire alle fiamme altissime di raggiungere le strutture residenziali del Villaggio Cristo Redentore, hanno messo a rischio loro vita, quello che hanno fatto tutti gli operatori in servizio all’Oasi è un gesto di una straordinaria bellezza morale, che contiene il germe di un sistema superiore di rapporti sociali assolutamente nuovi e permeati da intensi e forti sentimenti di solidarietà umana.

Il fine del loro generoso e spontaneo gesto di solidarietà è un fine concreto ed umano: aiutare quegli uomini e quelle donne meno fortunati che sono stati affidati alla loro responsabile cura. Ed è un gesto che, dal punto di vista morale, merita un pubblico riconoscimento perché compiuto da persone che, come lavoratori dipendenti preoccupati del loro futuro, stanno vivendo una fase difficile della loro vita.
Un simile riconoscimento a tutti coloro che hanno contribuito a domare l’incendio a portare in salvo gli assisti ricoverati nelle strutture del Villaggio Cristo Redentore, è venuto dal presidente dell’Oasi, padre Luigi Ferlauto

Silvano Privitera