Ospedale Piazza Armerina. Continua la battaglia solitaria e instancabile di Rosa Rovetto

Piazza Armerina. La signora Rosa Rinnone Rovetto, che il 20 maggio aveva preso carta e penna scrivendo al Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano, in difesa e contro la chiusura dell’Ospedale “ M. Chiello “ di Piazza Armerina , e che durante questi mesi ha continuato a sensibilizzare i cittadini piazzesi in difesa del polo sanitario, ha ricevuto , nei primi giorni di ottobre una nota a firma del capo di gabinetto del prefetto di Enna, con la quale è stata informata che il segretario generale della Presidenza della Repubblica ha comunicato che rientrando la problematica relativa al nosocomio cittadino nella esclusiva competenza dell’amministrazione regionale alla stessa spetta la competenza esclusiva e la soluzione della questione.
L’energica signora Rosa, da sempre vicina alle sorti del “Chiello” anche per i suoi numerosi problemi di salute, e che sin dalla ormai famosa manifestazione del 1 aprile a difesa del Chiello svoltasi a Piazza Armerina, ha sempre avviato forme di sensibilizzazione in tutti i modi possibili, con volantinaggio, partecipazione ai comizi, raccolta firme, e attraverso i mezzi di comunicazione, così ci dice: “Non demordo, anche se questa estate ho avuto nuovi problemi di salute, ho continuato a seguire le vicende dell’ospedale della mia città, e continuerò a seguirle fino a quando non troverò un interlocutore istituzionale che mi ascolterà”.
“Qui purtroppo -spiega Rosetta- si continua a smantellare l’ospedale pezzo dopo pezzo, silenziosamente. Io, che per le terapie necessarie alla mia salute mi reco tutti i giorni all’ospedale, vedo la desolazione non solo degli utenti ma anche di tanti sanitari, i medici, gli infermieri. Ci avevano detto che avrebbero riaperto ginecologia, grazie alle trattative con il comitato cittadino, ma quello che si vede è che le donne arrivano anche per una semplice ecografia pensando di trovare il reparto efficiente, e invece non è così”.
Rosetta continua esprimendo il punto di vista di una cittadina comune: “Ho sentito dire che probabilmente anche pediatria sarà chiusa. Già urologia è stata smantellata almeno da un paio di anni e cardiologia non esiste più, ma quando la smetteranno di mangiare a piccoli bocconi la nostra sanità?” si chiede Rosetta.
“In particolare -continua la signora- io devo dire grazie al reparto di cardiologia che almeno in due occasioni mi ha salvato la vita, e sottolineo che in città e nei territori limitrofi sono tanti i cardiopatici come me, posso testimoniare che per i problemi di cuore bastano pochi minuti per finire all’altro mondo quando non c’è un primo immediato soccorso. Figuriamoci se si fa in tempo ad arrivare al nosocomio ennese, soprattutto quando in inverno la nebbia per raggiungere il capoluogo di provincia non consente di vedere a un palmo dal proprio naso”.
“Avevo gioito -ricorda Rosetta- quando ho appreso che il Tar si era espresso favorevolmente per la riapertura di ostetricia e ginecologia, pensando che questo avrebbe fermato la progressiva rapina sanitaria, purtroppo non è stato così, infatti, ho saputo che l’assessore regionale alla sanità Russo stava per firmare un decreto di chiusura definitiva per i punti nascita al di sotto di un certo numero di parti all’anno, ma ho letto anche, che adesso ha deciso di accogliere le richieste di alcuni onorevoli regionali, di ritardare di un mese la pubblicazione del decreto per valutare l’opportunità di derogare i punti nascita da mantenere aperti anche se contano un numero di parti inferiori”.
Rosa infine considera speranzosa e instancabile lancia un ulteriore appello: “Potrebbe esserci un barlume di speranza anche per il reparto del Chiello. Allora, ancora una volta lo ribadisco, io sono solo una semplice cittadina ma chiedo l’aiuto delle istituzioni, dei tanti onorevoli che al mio fianco sfilarono nella manifestazione del 1 aprile quando insieme raggiungemmo l’ospedale Chiello, i quali ci dissero, durante il comizio conclusivo, che ci avrebbero aiutato. Mi appello a loro: difendeteci! In particolare mi rivolgo all’assessore Russo: tra le deroghe inserisca anche il Chiello di Piazza Armerina”.

Marta Furnari