Chieste le dimissioni del sindaco di Catenanuova

Catenanuova. Sono stati sinora due gli assessori che a diverso titolo sono usciti dal quadro amministrativo della giunta Biondi, Carmelo Mazzaglia prima e di recente Luciano Privitera, ed a delineare causa ed effetto è ancora una volta, l’ex capogruppo della minoranza Santo Zampino (nella foto), già commissario straordinario in diversi comuni siciliani che dichiara: “Voglio appena rammentare che nei primi consigli comunali, dopo l’nsediamento del 2008 di questa giunta, ebbi modo di spiegare come e perchè il programma elettorale che il sindaco Biondi aveva presentato non poteva reggere e che durante il percorso avrebbe perso pedine importanti del quadro amministrativo. Oggi, infatti, programmi e direttive attuali sono diverse da quelle concordate dall’allora maggioranza. Abbiamo in verità assistito alla scomparsa del consiglio comunale, cioè l’organo di controllo. Una mozione di sfiducia al sindaco con 10 consiglieri presenti e 5 assenti è stata disattesa per un mancato senso di rispetto verso la maggioranza e verso i cittadini, non avendo dato le dimissioni e rimettere il mandato, invece a voluto proseguire e gli effetti negativi li registriamo ancora. Nel primo confronto in giunta, il sindaco, ha chiesto le dimissioni della giunta e subito dopo ha riaffidato il mandato ad esclusione del Mazzaglia e ciò è abbastanza opinabile. Di ricente, anche le dimissioni dell’Assessore alla sanità dott. Luciano Privitera, a causa di divergente politiche con il sindaco Biondi, che per presunta mancanza di fondi sta penalizzando gli anziani, i diversamente abili, le categorie svantaggiate, lo sport, la scuola, le associazioni, mantenendo i fondi di riserva a proprio uso e consumo e che ancora nonostante i bilanci attuali esecutivi, le esigenze dei cittadini vengono sistematicamente ignorati. Voglio ricordare alla cittadinanza, ai partiti, alle associazioni, ai giovani e a quanti vogliono migliorare questo piccolo comune, che è arrivata l’ora che il primo cittadino dia le dimissioni per confrontarsi istituzionalmente con tutte le realtà sociali e dare a Catenanuova la possibilità di riprendersi la propria immagine di vivibilità”.

Carmelo Di Marco