Piazza Armerina. Relazione difensore civico anno 2011

Piazza Armerina. Relazione del Difensore Civico, cav. Pino Aloi, relativa l’anno 2011: “La relazione è la sintesi del mio mandato, che segnerà anche la soppressione della figura del “Difensore Civico”, che in questi quattro anni ho rappresentato.
In qualche momento ho avvertito la spiacevole sensazione di essere visto come una “figura ingombrante e competitiva”, anche se il ruolo affidatomi non è né di maggioranza, né di minoranza politica.
Le recenti modifiche apportate con la Legge Finanziaria 2010, hanno improvvisamente cancellato dal sistema delle Autonomie locali, la figura del Difensore civico comunale perché ritenuta un “costo della politica”.
Pertanto, nel congedarmi, mi corre l’obbligo non solo di porgere i saluti doverosi, ma ringraziare quanti hanno confidato in me e quanti hanno collaborato, affinché la macchina burocratica assumesse una forma più consona, semplice, alla portata di tutti.
Ho cercato fin dall’inizio di vivere questa esperienza, di cui mi sento profondamente onorato, seguendo alcuni punti cardini su cui ho basato il mio lavoro a contatto con il pubblico: il dialogo, la comunicazione, la mediazione, strumenti imprescindibili per la figura da me rappresentata, che non ho mai tralasciato di utilizzare in questi anni di mandato.
Nell’anno in corso, ho cercato di portare a termine, ove possibile, le pratiche in trattazione senza trascurare, tuttavia, di affrontare le nuove problematiche che i cittadini hanno ritenuto di sottopormi.
Nella presente relazione, non mi soffermerò ad elencare nel dettaglio l’attività svolta peraltro già descritta nelle relazioni precedenti, ma in particolare voglio soffermarmi sulla figura del “Difensore Civico” che è stata cancellata dal sistema della Pubblica Amministrazione.
L’istituzione di questa figura ha arricchito il nostro ordinamento di un ruolo capace di fare da ponte, da tramite, da cerniera in grado di avvicinare le esigenze del cittadino a quelle della Pubblica Amministrazione, un ruolo che purtroppo, la Legge Finanziaria 2010, ha scelto di eliminare cancellando un canale di comunicazione che con tanta pazienza si era riusciti a costruire con il cittadino.
I risultati ottenuti, dopo anni di lavoro, sono stati sorprendenti e oggi, quando si stava per raccogliere i frutti, con una disposizione di Legge viene tutto vanificato dimenticando che la figura del difensore civico, che in Europa esiste fin dal 1809, ancora oggi è tenuta in grande considerazione dalla Comunità Europea di cui noi facciamo parte fin dalla sua costituzione.
I festeggiamenti celebrati in occasione del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, facendo riaffiorare nella nostra memoria quel patrimonio comune che è la nostra storia condivisa, ci aiutano a comprendere fino in fondo chi eravamo, chi siamo divenuti e quanto nel nostro piccolo ognuno di noi ha contribuito all’ Unità del popolo italiano.
La figura del “Difensore Civico” si è rivelata di grande aiuto anche perché, parlando un linguaggio semplice e comprensibile ha saputo avvicinare il pensiero comune con quello della burocrazia.
Inoltre lo snellimento burocratico – perché anche questo è riuscito a assicurare la difesa civica – in molti casi ha garantito un risparmio per la Pubblica Amministrazione per i conflitti ridotti e i contenziosi evitati.
Con la sua disponibilità al dialogo è riuscito ad abbattere le barriere ancora oggi troppo spesso frapposte dalla Pubblica Amministrazione, assicurando una maggiore trasparenza e alimentando la fiducia nelle istituzioni, elemento indispensabile in un ordinamento autenticamente democratico.
Oggi, con un tratto di penna, è stata cancellata una “Voce” importante su cui il cittadino poteva fare affidamento e che spesso gli permetteva di sentirsi ascoltato sfuggendo al rischio di vedere un proprio bisogno, una propria esigenza degradata al numero di protocollo di una pratica.
Con la soppressione della difesa civica, sarà la stessa Pubblica Amministrazione a perdere un sostegno ed un contributo importante nei suoi rapporti con la cittadinanza.
A farne le spese e subire gli effetti di questa decisione sbagliata, saranno verosimilmente le fasce più deboli, quelle che trovano più difficoltà a muoversi nei meandri della macchina burocratica.
Nell’era della globalizzazione, del progresso, ci si è dimenticati della cosa più importante, la figura umana.
A tal proposito, Beatrice Alemanni in una conferenza per la pace ha dichiarato: “Credo che i problemi di un Paese si vedano attraverso la violazione dei diritti umani e nel nostro Paese sarebbe importante riflettere su questo. In Italia ci siamo un po’ illusi di aver raggiunto sfere molto alte di rispetto della persona umana, ma in realtà stiamo tornando indietro, verso un passato oscuro”.
Di fronte ad una simile dichiarazione, penso che non si possa fare altro che riflettere e cercare di salvare il salvabile, per continuare la costruzione che i nostri antenati hanno cominciato con tanti sacrifici, a volte a costo della stessa vita.
Questa dichiarazione è una chiara denuncia al poco valore che oggi si dà alla persona umana, cosa che ci dovrebbe indurre a ripensare su molte cose.
La figura da me rappresentata, è nata e cresciuta proprio per garantire e proteggere i diritti civici, anche se in un ambito circoscritto, perché i cittadini sono i principali autori e attori di ogni comunità, il resto è solo corollario.
Per dovere di cronaca e di trasparenza che in questi anni mi hanno contraddistinto, debbo riportare le preoccupazioni per questa chiusura espressa da parte dell’utenza tutta, che unanimemente si è chiesta: “adesso chi tutelerà i nostri interessi”?
Uno dei più grandi inventori del nostro secolo, Steve Jobs passato a miglior vita ha detto: “la semplicità non deve essere mai dimenticata nell’usare le cose e rapportarsi con gli altri”.
In un momento di recessione, eliminare questa figura, non penso sia stata un’ottima scelta, poiché il Cittadino ha bisogno di punti di riferimento e la soppressione della difesa civica non porta certo nessuna agevolazione.
A conclusione del mio mandato posso dire di aver iniziato con molto entusiasmo e buoni propositi però alla fine mi sento un pò insoddisfatto, poiché temo che lungo tutto il percorso del mandato qualche cosa poteva andare meglio e forse, avrei potuto dare di più.
Da parte mia e dell’ufficio di segreteria che mi ha coadiuvato ho cercato di dare il mio meglio e posso assicurare che quanto fatto è sempre avvenuto in buona fede, nella convinzione di agire nell’esclusivo interesse dei cittadini e con l’impegno costante a far si che ogni intervento e qualsiasi problema venisse affrontato assicurando rapido interessamento con la dovuta discrezione, diligenza, obiettività, imparzialità e riservatezza”.