Gagliano. 4 novembre: il ricordo è andato alle donne

Gagliano. Nel giorno delle celebrazioni per l’armistizio che nel 1918 pose fine alle ostilità tra l’Italia e l’Austria-Ungheria, nell’ambito della prima guerra mondiale, il presidente della sezione gaglianese dell’Associazione nazionale combattenti e reduci, Giuseppe Raffino (nella foto), oggi ottantottenne lucido e arzillo, volge il suo pensiero alle donne, le quali svolsero un ruolo di primo piano in quegli anni tormentati dalla guerra. Il loro apporto nelle famiglie e per la patria fu fondamentale e non secondario rispetto al sacrificio degli uomini partiti per il fronte. In questa data così importante, Raffino celebra quelle donne forti e valorose con parole di encomio: “Dopo la guerra tutti parlarono di uomini valorosi, di eroi che persero la vita, ma nessuno ha mai parlato delle donne che, pur non essendo state protagoniste di battaglie, combatterono una propria guerra in maniera diversa, affrontando con grande dignità e capacità le proprie ansie e le proprie paure, incoraggiando i bambini e gli anziani, anche quando il proprio stato d’animo era distrutto. Cercavano il cibo da sole, in quel momento di crisi economica e non solo. Erano molto impegnate nei campi, dovevano accudire il bestiame, sistemare la casa e molto altro ancora. La situazione si faceva drastica la sera, quando si mettevano a letto e iniziavano a pensare ai propri uomini e ai sacrifici che avevano fatto durante il giorno. Tra una lacrima e l’altra si addormentavano con la speranza di non ricevere mai bruttissime notizie”. Raffino, combattente della seconda guerra mondiale, durante la quale persero la vita 2557 donne, porta ancora oggi il ricordo vivo e indelebile di quegli anni terribili, in bilico tra la vita e la morte. Il suo pensiero va anche alla propria madre, vedova, rimasta a casa insieme ad una figlia invalida, alla mamma anziana, alla sorella e ad un figlio disabile, mentre i due figli maggiori erano partiti per la guerra. Sola e responsabile, doveva accudire tutti e soddisfarne i bisogni primari. Era lei ad andare in campagna per seminare i campi e procurare il cibo. Quando il figlio Giuseppe tornò dalla guerra nel ’43, si occupò lui stesso dei familiari, mentre il pensiero andava sempre al fratello rimasto a combattere.
Quest’anno il signor Giuseppe Raffino, consegnerà ai tre soci combattenti: Antonino La Ferrera, Angelo Giamblanco e Agostino Ferrigno, nel loro novantesimo anno di vita, il diploma di fedeltà. Al signor Giamblanco, deceduto lo scorso 30 ottobre era già stato consegnato in extremis.

Valentina La Ferrera