Agira, la chiesa di S.Margherita, colpita e gravemente danneggiata da due fulmini


Si sono vissuti alcuni minuti di terrore mercoledì sera all’interno della chiesa di Santa Margherita, colpita e gravemente danneggiata da due fulmini. Il parroco stava per concludere la celebrazione eucaristica delle 17 ed aveva appena distribuito l’ostia consacrata ai dieci fedeli presenti quando all’improvviso un forte boato ha scosso tutti ed è immediatamente andata via la luce. Dall’alto è iniziata una pioggia di scintille a causa del passaggio dell’elettricità attraverso il metallo della rete di protezione per i calcinacci da tempo installata sopra la navata centrale. Il parroco si è rifugiato sotto l’altare e i fedeli si sono allontanati dal luogo in cui cadevano le “fiammelle”. Nonostante la paura la situazione stava per normalizzarsi ed un giovane collaboratore del parroco aveva provveduto ad accendere delle candele ma dopo pochi secondi sull’antica chiesa ubicata nella parte alta del paese, la più grande della diocesi di Nicosia, si è abbattuto un secondo fulmine: «Sono stati momenti terribili –dichiara il parroco emerito di Santa Margherita padre Filippo Nasca- la seconda scarica è stata molto più potente della prima e la paura è cresciuta a dismisura. I vetri di tre finestre sono andati in frantumi e tantissime tegole ai due lati del tetto sono state letteralmente sbriciolate. Uno dei due fulmini –continua l’88enne sacerdote- ha fatto saltare un braccio, i capelli e l’aureola alla statua del Cristo redentore che si trova sulla facciata ed ha provocato un foro nell’intonaco. E’ difficile al momento quantificare i danni –conclude padre Nasca- c’è anche da rifare l’intero impianto elettrico e telefonico della chiesa e non è cosa da poco». Tra i fedeli presenti c’era la giovane Maria Rita Vinciprova che rivela: «quando abbiamo avvertito il boato sono scoppiata a piangere ma poi sono andata insieme agli altri sotto la statua della Madonna per pregare e mettermi sotto la sua protezione. E’ stato importante non farci prendere dal panico perché dall’alto sono piovuti tanti calcinacci». Le due scariche sono state avvertite anche nella zona circostante la chiesa visto che la potenza del fulmine ha scagliato con violenza i frammenti delle tegole sulle case e nella sottostante piazza Immacolata, rimasta al buio per diverso tempo. Intanto sono iniziati i lavori per riparare il tetto del luogo di culto ed è stato sostituito il contatore dell’energia elettrica.

Luca Capuano