Piazza Armerina. Profilo storico del vescovo Mario Sturzo

Piazza Armerina. Sabato la diocesi di Piazza Armerina ha reso il suo tributo di filiale devozione all’illustre figura del vescovo Mario Sturzo che la guidò per ben 38 anni.
In occasione dell’Anno Sturziano voluto dall’attuale vescovo di Piazza Armerina, Michele Pennisi, per ricordare il vescovo Mario Sturzo, con le commemorazioni legate al 150° anniversario della sua nascita, il 1° novembre 1861, e il 70° anniversario della sua morte, il 12 novembre 1941, i fedeli della intera diocesi armerina hanno reso omaggio al loro settimo vescovo.
Le celebrazioni sono state avviate a partire dalle 16,30 presso il salone del piano nobile di palazzo Trigona. A fare gli onori di casa per la città di Piazza Armerina, è stato il sindaco Fausto Carmelo Nigrelli, che ha dato il benvenuto a tutte le autorità civili, militari e religiose delle due provincie di Enna e Caltanissetta e della città e diocesi di Caltagirone.
La relazione del prof. Eugenio Guccione ordinario di Storia delle dottrine politiche all’Università di Palermo, su “Mario Sturzo verso la santità, tra tradizione e modernità” è stata preceduta dal saluto e dal ricordo della figura di Sturzo da parte del vescovo Pennisi che ha detto: «Il pastore di Piazza Armerina, Mario Sturzo, fu legatissimo al seminario vescovile a tal punto che dopo averlo riformato decise di lasciarlo erede universale di tutti i suoi beni terreni. Sturzo, in particolare, lasciò in eredità al seminario la residenza estiva di famiglia, con un vastissimo fondo di 41 ettari, in territorio di Caltagirone. Su questo terreno è stato realizzato il progetto che prevede l’impiego lavorativo costante di detenuti ed ex detenuti, prima della loro scarcerazione, e da uomini pienamente liberi, per il loro reinserimento sociale, gestito dalla fondazione “Istituto di promozione umana mons. Francesco Di Vincenzo”. Abbiamo, così, attuato il concetto di promozione sociale tanto caro al vescovo Sturzo e al fratello Luigi».
Guccione ha, dunque, relazionato sulla eccelsa figura di Mario Sturzo pastore della Chiesa, filosofo, letterato, poeta, scrittore, autore di numerosi volumi, dedicati ai problemi filosofici e letterari, oltre che teologici e pastorali. In particolare, il prof Guccione ha parlato del Neo-sintetismo di Mario Sturzo, a cui lo stesso dedicò quattro opere filosofiche: «Il sistema filosofico che Sturzo formulò fu il Neo-sintetismo, con cui si pose in dialogo dialettico e risolutorio rispetto alle correnti filosofiche a lui contemporanee. Per Mario Sturzo la persona è al centro della vita morale, ed è radice e fondamento della libertà. La speculazione filosofica di Sturzo, purtroppo, venne bruscamente interrotta dal richiamo del Santo Uffizio nel 1931, che egli accolse in piena ubbidienza, rendendo pubblica la sua ritrattazione e sottomissione con l’abiura durante il solenne pontificale celebrato nella basilica cattedrale di Piazza Armerina». Guccione ha sottolineato, inoltre, l’importanza dello scambio epistolare tra i fratelli Mario e Luigi, fondamentale sotto il profilo filosofico, teologico, letterario e mistico.
Il cardinale Ennio Antonelli, presidente del pontificio consiglio per la famiglia, ha preso la parola ricordando la parte del pensiero sturziano dedicato alla famiglia cristiana: «Il sistema educativo di Mario Sturzo è ancora oggi fatto di attualità e attuabilità. Sturzo incoraggia a proporre con fiducia la visione cristiana del matrimonio».
Alle 18.30 il cardinale Antonelli ha presieduto, in basilica cattedrale, la concelebrazione eucaristica unitamente a Pennisi, vescovo di Piazza Armerina, a mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone e al clero della diocesi piazzese. A conclusione della liturgia ha avuto luogo la benedizione del mausoleo in cui si trovano le spoglie mortali del vescovo Mario Sturzo. Le spoglie del vescovo Sturzo furono traslate dal cimitero Bellia in basilica cattedrale dal suo successore, il vescovo Catarella, così come voluto dalla diocesi armerina e dal fratello Luigi.

Marta Furnari