Piazza Armerina. Protesta dei lavoratori della Casa di Riposo “San Giuseppe”

Piazza Armerina. Si prospetta una situazione molto grave per la Casa di Riposo “San Giuseppe “ di Piazza Armerina a causa dello stato di agitazione annunciato dai 50 dipendenti a tempo indeterminato e determinato dell’Ipab armerina.
Il comitato che rappresenta i 50 dipendenti dell’Ipab-Opera Pia “San Giuseppe e San Giovanni di Rodi”, ha annunciato lo stato di agitazione a causa della mancata erogazione degli emolumenti, da parte degli enti competenti per i servizi resi. Se la protesta dovesse acuirsi si rischierebbe l’interruzione del pubblico servizio a favore degli anziani ospiti ricoverati presso la nota struttura cittadina, che ha festeggiato quest’anno 115 anni di vita, ed è molto conosciuta in provincia perché da sempre serve il vasto bacino di utenza non solo piazzese ma anche dei centri limitrofi a Piazza Armerina. Lo stato di agitazione proclamato dai dipendenti a partire dal primo dicembre prossimo, determinerebbe gravi disagi nella gestione delle attività. “Seppur con spirito di servizio e di attaccamento agli ospiti, ci rendiamo disponibili a mantenere, per quanto possibile, il “livello minimo vitale”. Dice il portavoce del comitato, Gino Oste.
Il portavoce spiega: “L’Ipab è una importante realtà del territorio, iscritta all’albo della regione Sicilia, fornisce adeguata ospitalità e servizi alla persona di assistenza e sanitari, questi ultimi connessi allo stato di bisogno dei soggetti più svantaggiati. Questi servizi sono sempre stati resi e hanno fatto crescere nei cittadini la consapevolezza che la casa di riposo armerina è una realtà credibile ed altamente professionalizzata del territorio. I servizi sono erogati mediante la sottoscrizione di apposite convenzioni con le amministrazioni comunali e con le verifiche annuali da parte degli enti territoriali e regionali di controllo. La normativa e le convenzioni riconoscono alla casa di riposo l’erogazione di una retta giornaliera ed una retta integrativa, quest’ultima connessa con lo stato di salute e di non autosufficienza degli ospiti”.

“Gli ospiti, – continua il portavoce del comitato – sono assistiti da medici, infermieri ed assistenti, sulla base del riconoscimento da parte delle commissioni Asp dei livelli di invalidità. Per la corretta erogazione di questi servizi occorrono un funzionigramma ed un organigramma che rispetti la normativa, e la cui mancata applicazione determinerebbe disservizi o peggio la potenziale revoca delle autorizzazioni. Il rispetto delle normative e la presenza costante degli ospiti, molti dei quali hanno necessitato di quei servizi di assistenza socio-sanitari per i quali la normativa prevede la retta integrativa, ha determinato maggiori oneri nella gestione della struttura. La mancata erogazione delle competenze per la retta integrativa ha esposto di anno in anno sempre di più l’Ipab nei confronti dei lavoratori. Fino ad ora abbiamo sempre cercato di evitare, nonostante i pagamenti in arretrato l’interruzione di pubblico servizio”.
Questo perdurante stato di cose che si trascina dal 2000 ha portato l’Ipab, ad agosto dello scorso anno, anche a depositare presso il Tribunale di Enna un decreto ingiuntivo per gli anni che vanno dal 2003 al 2009 per il recupero coattivo del credito vantato, riservandosi di procedere per gli anni successivi. “Abbiamo sempre atteso -dicono i lavoratori- con grande spirito di servizio e con fiducia la risoluzione della problematica, e più volte abbiamo cercato di sensibilizzare l’amministrazione comunale armerina con richieste di incontri, richieste purtroppo sempre disattese. Proviamo disagio e sconforto per il perdurare di questa situazione”. Ad oggi il bilancio dei crediti maturati dall’Ipab nei confronti degli enti è di 1.973.681,96 euro, quello dei debiti da lavoro è di 1.913.102,96 euro con un saldo attivo di circa 60.000,00 euro da destinare a residui di debiti con fornitori.
Sullo stato di agitazione che si profila abbiamo sentito il presidente dell’Ipab “San Giuseppe” dott. Nunzio Crimì che ha detto: “Lo stato di agitazione del personale mi ha indotto a sensibilizzare le istituzioni riguardo alla problematica.L’Ipab ha avuto ed ha una gestione equilibrata e congrua per le importanti prestazioni erogate, sempre certificata dagli organi di controllo, ed è un patrimonio di risorse umane e strutturali e di esperienze, radicata nell’ambito dei servizi socio-sanitari tradizionali. Speriamo che la risoluzione del problema avvenga in tempi brevi per ridare ai lavoratori speranza nel futuro soprattutto in un momento di congiuntura economica così difficile”.

Marta Furnari