Piazza Armerina. 360 paia di scarpe hanno gridato giustizia contro la violenza di genere

Piazza Armerina. Trecentosessanta paia di scarpe da donna ieri per tutta la giornata in piazza Cascino hanno urlato giustizia per tutte le donne vittime di violenza e di abusi. Trecentossessanta paia di scarpe che hanno rappresentato il nome di altrettante donne uccise da uomini violenti.
Sono state le volontarie dell’associazione “Donne Insieme-Sandra Crescimanno” guidate dalla loro presidente Maria Grasso nell’ambito delle iniziative dedicate alla Giornata Mondiale Contro la Violenza sulle Donne a volere creare questa installazione che ha occupato l’intera area pavimentata della piazza più importante del centro armerino avviando, così, una campagna di sensibilizzazione contro la violenza di genere dal titolo”Insieme possiamo dare voce al silenzio perché la violenza ti nega la vita…”.

Per sei mesi le volontarie dello sportello-centro antiviolenza “Donne Insieme-Sandra Crescimanno” hanno raccolto le 360 paia di scarpe da donna ognuna delle quali rappresenta una vittima della violenza di genere testimoniata per ogni paio da un cartellino che riporta un nome di donna.
Così la presidente Maria Grasso ha detto:“Queste donne, queste nostre sorelle uccise, sono state ieri con noi, hanno camminato insieme a noi, per non dimenticarle abbiamo dato loro la nostra voce. Per aiutare tutte quelle donne che nel silenzio delle loro case sono vittime di abusi e violenze. Il più alto tasso di violenze contro le donne avvengono, infatti, tra le mura domestiche ecco perché abbiamo avviato questa campagna differente dalle altre, che rompe gli schemi, abbiamo portato all’esterno, in piazza, il dolore delle vittime affinché la società sappia cosa subisce una donna vittima di violenza di genere, che rimangono sole senza un aiuto psicologico, economico e quant’altro”.

“Il nostro centroantiviolenza -ha spiegato Grasso- ha come scopo quello di aiutare le donne vittime di violenza di genere mantenendone l’anonimato, e nel più stretto riserbo, collaborando con le istituzioni preposte, e aiutando le vittime ad uscire dall’incubo nella massima sensibilità. Mentre l’8 marzo è una data simbolica la data del 25 novembre è una data “politica”, una data dove tutte possiamo agire dando visibilità ai numeri della violenza e del feminicidio, è una data in cui possiamo interrogarci e indicare ai nostri politici, alle nostre amministrazioni buone prassi di prevenzione ma soprattutto è una data in cui possiamo coinvolgere le persone a parlare di un fenomeno ancora invisibile agli occhi dei piu’. Da queste riflessioni nasce l’idea della campagna organizzata dal Centro Antiviolenza Donneinsieme “Sandra Crescimanno” di Piazza Armerina che, per questo scopo, ha utilizzato un lavoro di ricerca della Casa delle Donne di Bologna su dati apparsi sulla stampa nazionale e locale circa il fenomeno del feminicidio: l’uccisione di donne da parte di uomini per motivi di genere. E’ il sesto anno che la Casa delle Donne di Bologna svolge questa ricerca e la lista delle donne uccise è sempre piu’ lunga”.
Grasso ha concluso:“Si tratta, purtroppo, di un fenomeno in costante crescita, che ha raggiunto livelli molto preoccupanti. I dati del 2010 indicano 127 donne uccise per mano d’uomo, mariti, ex, compagni, fidanzati, parenti o sconosciuti 8 in piu’ dell’anno precedente, 15 in piu’ del 2008 e 20 se si guarda al 2007”.

Marta Furnari