Piazza Armerina. Il vescovo Pennisi visita le carceri della diocesi

Piazza Armerina. Ieri mattina, in preparazione alle feste natalizie, il vescovo Michele Pennisi, in continuità con la visita di papa Benedetto XVI alla casa circondariale di Rebibbia, ha iniziato la visita delle tre case circondariali presenti nella diocesi di Piazza Armerina che comprende gran parte dei territori delle provincie di Enna a Caltanissetta.
La visita pastorale di Pennisi, ieri alle 10.30, ha avuto inizio dal carcere di Piazza Armerina, quest’oggi, invece, alle 9.30 il vescovo si recherà presso il carcere di Gela, inaugurato un mese fa, mentre domani sarà in quello di Enna. Tra i detenuti che dovrebbero usufruire del decreto svuota-carceri, 19 sarebbero di Enna, 20 di Piazza Armerina e 7 di Gela. Il vescovo Pennisi celebra l’eucaristia portando ai detenuti una reliquia di Giovanni Paolo II contenente un pezzo della tunica bianca macchiata di sangue nell’attentato del 13 maggio 1981, che gli è stata donata dall’arcivescovo di Cracovia, cardinale Stanislao Dziwisz, già segretario particolare di papa Wojtyla, che in più occasioni si era interessato delle condizioni dei detenuti.
In occasione del secentesimo anniversario della proclamazione della Madonna della Visitazione a patrona della città di Enna nel carcere di Enna i detenuti in base ad un decreto della Penitenzeria apostolica potranno ottenere l’indulgenza plenaria. La Diocesi di Piazza Armerina è da anni impegnata nel recupero dei detenuti e nell’assistenza agli ex carcerati per i quali ha messo a disposizione di una Fondazione diocesana presieduta dal dott. Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, un’azienda agricola di circa 40 ettari ereditata dal vescovo mons. Mario Sturzo. La Caritas Diocesana ha messo a disposizione un mini appartamento per i familiari dei detenuti venuti da lontano a visitare i loro congiunti.
Mons. Pennisi nell’omelia nel carcere di Piazza Armerina ha detto fra l’altro: “Questa visita vuol essere un gesto pubblico che ricordi a tutta la società i gravi problemi di sovraffollamento delle carceri italiane. Mi presento a voi come testimone dell’amore di Dio. Vengo a dirvi che Dio vi ama, e desidera che percorriate un cammino di riabilitazione e di perdono, di verità e di giustizia, per sperimentare la salvezza che Gesù Cristo è venuto a portare nel santo Natale. Vorrei potermi mettere in ascolto della vicenda personale di ciascuno. Il carcere può acquistare un tratto di umanità ed arricchirsi di una dimensione spirituale , che proposta alla libera accettazione di ciascuno, va considerata un elemento qualificante per un progetto di pena detentiva più conforme alla dignità umana. La pena dentro la prigione ha senso se, mentre afferma le esigenze della giustizia e scoraggia il crimine, serve al rinnovamento dell’uomo, nella riconciliazione con se stessi, con gli altri, con Dio, per rientrare di nuovo nella società”.
“Auguro a ciascuno di voi- ha concluso mons. Pennisi – di fare esperienza dell’amore liberante di Dio. So bene che ognuno di voi vive guardando al giorno in cui, espiata la pena, potrà riacquistare la libertà e tornare nella propria famiglia. E per alcuni di voi questo avverrà presto” .

Marta Furnari