Battezzato da Vescovo bambino nigeriano figlio di immigrati provenienti da Lampedusa a Piazza Armerina

Piazza Armerina. In occasione della festa dell’Epifania il vescovo di Piazza Armerina Mons. Michele Pennisi nella parrocchia di Santo Stefano ha battezzato Emmanuel un bambino nigeriano, nato recentemente da genitori sbarcati a Lampedusa ed accolti a Piazza Armerina, alla presenza di molti immigrati cristiani provenienti oltre che dalla Nigeria anche dal Gana, dal Mali, dal Burkina Faso, dal Senegal, dalla Guinea Bissau e dal Niger ospitati nella diocesi di Piazza Armerina.
E’ stata l’occasione per ricordare le vittime degli attentati terroristici contro i cristiani in Nigeria e per esprimere la propria solidarietà ai cristiani perseguitati nigeriani ed in altri paesi.
E’ seguita una festa di integrazione organizzata dalla Caritas della diocesi di Piazza Armerina tra gli immigrati provenienti da Lampedusa che si trovano nelle comunità di Niscemi, Aidone, Pergusa, e Piazza Armerina. In tutto oltre 150 africani originari in massima parte dai paesi centrafricani della Nigeria, del Gana, del Mali, del Burkina Faso, del Senegal, della Guinea Bissau, del Niger, dell’Egitto, della Tunisia, del Marocco e della Palestina, ospitati nella diocesi di Piazza Armerina.
Gli immigrati, arrivati dalle diverse parti della diocesi, si sono incontrati in hotel della città dei mosaici nonostante le avverse condizioni metereologiche che hanno visto anche alcuni brevi precipitazioni nevose. Ha dichiarato il Vescovo di Piazza Armerina, mons. Michele Pennisi: “abbiamo voluto dare un segnale importante sul fronte dell’integrazione. Nella nostra diocesi sono presenti, ospiti di diverse comunità, circa 200 immigrati che sono arrivati nelle nostre città dopo essere scappati in barcone dalla guerra in Libia. Come Chiesa vogliamo dimostrare tutta la nostra accoglienza nei confronti dei fratelli che soffrono a prescindere dal loro credo religioso o politico. Per questo abbiamo con la Caritas organizzato questo momento di convivialità. Molti di loro che si erano incontrati sui barconi o nei convulsi momenti dello sbarco a Lampedusa si sono rivisti. E’importante che il tempo che trascorreranno nei nostri territori sia all’insegna di una giusta integrazione tra la loro cultura e la nostra”.
Dice la professoressa Irene Scordi, vice direttrice della Caritas Diocesana: “Questi ragazzi sono scappati dai loro paesi d’origini ed hanno passato le feste lontano dai loro ambienti e dalle loro famiglie. Ci siamo ritrovati per fare sentire loro il nostro calore e la nostra solidarietà. Sono contento di come è riuscita la serata e di come coi i loro canti ed i loro suoni hanno sprigionato la loro carica positiva interiore”. La serata è cominciata con un momento di animazione – coordinato da Santo Pecoraro dello sportello INCI della Caritas –in cui ogni gruppo proveniente dalle singole comunità si è esibito in un canto tipico africano. Dopo il momento ludico, il vescovo Monsignor Michele Pennisi ha offerto la cena a tutti gli intervenuti. Alla fine della cena il gruppo di Ghanesi provenienti dalla comunità di Enna ha organizzato un momento musicale tipicamente africano che ha coinvolto tutti i presenti.


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Omelia di S.E. Mons. Michele Pennisi Epifania 2012 battesimo di Emmanuel

Siamo riuniti oggi per donare, attraverso il sacramento del battesimo, a Emmanuel la vita nuova di figlio di Dio e di membro del corpo mistico di Gesù Cristo che è la Chiesa, animata dallo Spirito Santo.
Celebriamo oggi la festa dell’Epifania che è la festa della manifestazione di Gesù Cristo come la luce del mondo il salvatore di tutti, la speranza di ogni uomo e donna.
L’epifania celebra l’unità della famiglia umana attorno al Cristo Signore, nato bambino a Betlemme.
Saluto tutti i fratelli e le sorelle cristiani provenienti dall’Africa.
Oggi vogliamo ricordare le vittime degli attentati terroristici contro i cristiani in Nigeria e esprimere la nostra solidarietà ai cristiani perseguitati in Nigeria e in altri paesi del mondo.
I cristiani nigeriani – come ha detto il cardinale Anthony Okogie, arcivescovo di Lagos- non si piegheranno di fronte al dictat dei terroristi di Boko Haram , che non hanno il diritto di fare certe affermazioni, dal momento che è stato Dio ad averci messi insieme in un’unica nazione, sotto un unico ombrello, in un’unica Nigeria.
I cristiani nigeriani amano Gesù Cristo, che ci ha insegnato a non rispondere alla violenza con la violenza.
Ci guida l’amore di Gesù Cristo, e se i kamikaze accettano di uccidersi per uno scopo sbagliato, noi cristiani siamo pronti a morire per un fine giusto”..
Facendomi eco della voce del Santo Padre Benedetto XVI desidero manifestare la mia sincera e affettuosa vicinanza alle comunità cristiane della Nigeria e a tutti coloro che sono stati colpiti assurdi gesti di violenza e di intolleranza religiosa e invito a pregare il Signore per le numerose vittime. Faccio appello affinché con il concorso di tutti , si ritrovino sicurezza e serenità nel rispetto reciproco e nella riconciliazione come via per giungere ad una pace duratura.
In un mondo immerso nelle tenebre( che vive in una situazione di confusione e di crisi , di violenza, di ingiustizia, di diseguaglianze fra ricchi e poveri, di incertezza per il futuro) Gesù bambino ci viene presentato come la luce del mondo venuto a portare verità, libertà, giustizia, vita, amore, pace .
Il profeta Isaia nella prima lettura e san Paolo nella seconda lettura descrivono questa opera di riconciliazione e di unità promessa e realizzata dal Gesù Cristo.
Isaia intravede la futura gloria della comunità di fede, che raccoglie attorno a sé i suoi figli dispersi per il mondo. L’imperativo di Isaia («Alzati, rivestiti di luce!») oggi è rivolta alla nostra comunità chiama a stare in piedi e a risorgere ad una vita nuova di comunione nella solidarietà dove si accolgano tutti quelli che «vengono da lontano».
La seconda lettura è la sintesi, del contenuto di questa festa: «I pagani sono chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa eredità, a formare lo stesso corpo, e a essere partecipi della promessa per mezzo del Vangelo».
Cristo è la pietra angolare della Chiesa come nuovo popolo di Dio formato da coloro che fino ad allora erano lontani e che come i magi venuti dall’oriente sono alla ricerca di un senso profondo alla loro vita.
Questo popolo rinnovato che brilla della luce di Cristo attira a sé tutti i popoli simboleggiati dai Magi che riconoscono in Lui la regalità e gli offrono l’oro, la divinità e gli offrono l’incenso, umanità sofferente e redentrice e gli offrono la mirra.
La festa dell’epifania come inizio di un popolo nuovo è la festa della comunione in cui Gesù Cristo vivo è il fondamento dell’unità fra tutto il genere umano.
La nostra comunità cristiana deve presentarsi come luogo di accoglienza vera per gli uomini e le donne che cercano una casa e una patria come luogo di perdono, di accoglienza, di condivisione dei bisogni dell’altro, di stima reciproca e di servizio fraterno.
Come i magi non ebbero paura di affrontare un viaggio, pieno di incognite, facendosi guidare dalla stella, anche noi andiamo incontro a Gesù Cristo che ci svela il vero volto di Dio e fonda la nostra dignità umana.
L’epifania è la festa della offerta totale della nostra vita a Gesù Cristo a cui dobbiamo offrire l’incenso della nostra fede e della nostra preghiera, l’oro del nostro amore e del nostro servizio, la mirra del nostro sacrificio .
L’epifania è la festa della missione. Gesù Cristo rigenera il suo popolo perché sia segno per tutti i popoli: egli è il significato ultimo e la pienezza di tutta la storia dell’umanità, di ogni popolo, di ogni cultura, di ogni epoca.
L’epifania ci porta a concepire la nostra vita come missione.
Il compito che ci viene affidato è di fare delle nostre persone le pietre vive del tempio di Dio dove egli viene adorato in Spirito e Verità e dove incontrare Dio Padre ricco di misericordia e incontrare i fratelli e le sorelle.
Con il battesimo noi diventiamo membra del corpo mistico di Gesù e pietre vive del tempio della Chiesa cattolica.
Il battesimo dei bambini mette in evidenza che essere cristiani è innanzitutto un dono di Dio, da accogliere, da far sviluppare e fruttificare.
Oggi il piccolo Emmanuel attraverso il dono del battesimo diventa creatura nuova, seguace di Gesù il Cristo , Oggi viene reso cristiano attraverso l’unzione col sacro crisma che lo rende partecipe del potere profetico, regale e sacerdotale di Gesù Cristo.
Oggi egli viene battezzato nella fede dei suoi genitori e nella fede della Chiesa, della comunità dell’Associazione Don Bosco che lo ha accolto come in una seconda famiglia.
Questo dono che egli oggi riceve in germe deve svilupparsi nel terreno fertile della comunità cristiana, irrorato dall’acqua dello Spirito Santo.
Egli potrà esercitare il suo compito profetico leggendo la sua vita e la storia alla luce della parola di Dio.
Potrà esercitare il suo compito regale dominando la realtà con il servizio animato dalla carità e non asservendosi agli idoli di questo mondo.
Potrà esercitare il suo compito sacerdotale facendo della sua vita un’offerta gradita al Signore come testimone gioioso e coraggioso di Gesù Cristo.
Questa sera i genitori di Emmanuel, presentandolo alla comunità cristiana lo introducono in un disegno più grande del loro affetto e dei loro progetti su di lui.
Preghiamo perché Emmanuel viva la sua vocazione liberamente e gioiosamente e possa un giorno in piena coscienza aderire a Cristo e lasciarsi guidare dallo Spirito.
Con questi sentimenti cari genitori partecipate al rito del battesimo di questo bambino.
Quando ungerò il petto di vostro figlio con l’olio segno di salvezza avete invocato per lui e per voi la fortezza per lottare contro il maligno e gli spiriti del male.
Quando farete per lui le promesse battesimali e la professione di fede coinvolgetevi con la sua nuova appartenenza a Gesù Cristo e alla Chiesa offrendo la vostra vita a Dio.
Rinnovatevi con lui nell’acqua battesimale per morire al peccato e risorgere con Cristo ad una vita nuova.
Quando lo vedrete ungere con il sacro crisma e vi sarà consegnata la luce di Cristo accettate con lui la vostra missione cristiana come partecipazione alla missione profetica, regale e sacerdotale di Gesù Cristo.
Oggi tutti siamo chiamati a fare memoria del nostro battesimo col quale siamo morti al peccato, abbiamo rinunciato alla schiavitù impostaci da satana, siamo diventati figli di Dio, abbiamo ricevuto il dono dello Spirito santo e siamo diventati membra vive del Corpo mistico di Cristo.
Preghiamo perché il piccolo Emmanuel possa crescere non solo in età ma anche in sapienza e grazia davanti a Dio e agli uomini per fare di Cristo il centro della sua vita ed essere testimone credibile dell’amore gratuito di Dio.