Enna. Chiudono tutti i punti nascita in provincia, anche Nicosia (cosa fanno i Sindaci?)

E’ stato pubblicato nell’ultima Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana il decreto di chiusura dei punti nascita di molti ospedali siciliani tra cui quello di Nicosia, per cui in provincia di Enna ci sarebbe un solo punto nascita, vale a dire quello dell’ospedale Umberto I, mettendo in difficoltà così tutta la zona nord della provincia ennese.Il decreto, cancella di fatto, anche le cinque eccezioni inizialmente previste tra questi, Bronte, Mussomeli, Nicosia, Santo Stefano di Quisquina e Corleone, e introduce “multe” per le strutture che sforano il limite del 20 per cento di parti cesarei. I direttori generali delle aziende avranno tempo fino al 30 giugno per proporre eventuali deroghe alla chiusura dei reparti con meno di 500 nascite all’anno destinati alla chiusura che gravitano in zone montane o disagiate, ed è anche evidente che bisogna farlo perché la chiusura del punto nascita dell’ospedale di Nicosia sarebbe veramente penalizzante per molti comuni della provincia ennese, senza contare che l’organico del reparto di Neonatologia dell’Umberto I di Enna, diretto dal dottor Franco Tuminelli, è ridotto al lumicino e non è nelle condizioni di poter sopportare un carico di lavoro enorme, assorbendo tutte le necessità di un territorio provinciale.

A proposito del reparto di Neonatologia dell’ospedale Umberto I, il dottor Tuminelli ha voluto chiarire delle situazioni che si sono verificate qualche settimana fa a causa della riduzione improvvisa di medici nel suo reparto con l’andata in pensione del dottor Margani e la richiesta di una breve sospensione dal servizio della dottoressa D’Angelo: “Per quasi 40 giorni ho diretto il reparto da solo, giorno e notte – ha dichiarato il primario del reparto – ma non c’è stata alcuna chiusura del reparto, che ha funzionato regolarmente con la collaborazione del personale paramedico.Tra l’altro un reparto come il nostro di prima assistenza non si può chiudere e bisogna lavorare a pieno ritmo perché ci sono esigenze primarie che riguardano i nascituri che devono essere fatte ”. Giovedì mattina il dottor Tuminelli si è presentato alla direzione generale dell’Azienda sanitaria provinciale per evidenziare lo stato di disagio del reparto e, quindi, la necessità di completare al più presto l’organico dei medici del reparto che non può di certo proseguire in queste condizioni, specie con il grande carico di lavoro che il reparto ha giornalmente.

Tornando alla chiusura del punto nascita di Nicosia, che non supera le 500 nascite all’anno, i sindaci della zona nord della provincia dovranno intestarsi una grande battaglia perché la chiusura del punto nascita potrebbe rappresentare un grave danno per la popolazione. Da Cerami a Troia, da Nicosia a Sperlinga, Gagliano per raggiungere Enna bisogna percorrere oltre 50 chilometri di strade disagiate, pericolose, specie nel periodo invernale, per cui la puerpera potrebbe correre pericoli notevoli nel trasferimento all’ospedale di Enna.

“Prima di operare una chiusura di questo punto nascita – commentano alcuni medici – sarebbe opportuno che i responsabili dell’assessorato regionale alla sanità facessero in macchina o in ambulanza queste strade. Speriamo che con il ricorso la situazione possa aggiustarsi ed arrivare alla riapertura del punto nascita di Nicosia”.