Piazza Armerina. Celebrazione per ricordare il terremoto del 1693

Piazza Armerina. Il prossimo mercoledì 11 gennaio ricorre l’anniversario della salvezza dal catastrofico terremoto del 1693 dal quale la città di Piazza Armerina per intercessione della sua Gran Madre e Patrona Maria Santissima delle Vittorie non subì alcun danno.
Il terremoto dell’11 gennaio 1693 rappresenta, uno degli eventi catastrofici di maggiori dimensioni per intensità, danni e mortalità subiti dalle popolazioni della Sicilia Orientale infatti rase al suolo oltre 45 centri abitati, in particolare il territorio della Val di Noto, del fiume Gela, del calatino fino alla Piana di Catania.
Piazza Armerina non subì alcun danno, ma i piazzesi, spaventati dai rombi sotterranei, abbandonarono il centro abitato rifugiandosi nel vicino piano Sant’ Ippolito, ancora oggi chiamato dagli anziani “Chianu Tirrimotu”, ed esposero la sacra immagine di Maria Santissima delle Vittorie, vessillo glorioso del Conte Ruggero d’Altavilla, dove qualche tempo dopo edificarono una chiesa dedicandola alla Vergine sotto il titolo del “Tremuoto”.
Le celebrazioni, per ricordare tale evento, inizieranno mercoledì prossimo, in Basilica Cattedrale, alle 8.30, con la solenne apertura, da parte del parroco don Filippo Bognanni, del fercolo che custodisce la Sacra Immagine di Maria Santissima delle Vittorie e proseguiranno nel pomeriggio, alle 17.00, con la recita del Santo Rosario e alle 17.30 con la Santa Messa cantata e la successiva chiusura del fercolo.
Don Filippo Bognanni ha comunicato:“Per la ricorrenza la Basilica Cattedrale resterà aperta ad orario continuato rendendo possibile a tutta la cittadinanza l’omaggio alla Madonna. Ricordo, inoltre, che per tradizione l’ 11 gennaio è giorno di digiuno “trapasso” .
Prima della Santa Messa, tradizionalmente è recitata una quindicina del 1820, cara alla memoria dei piazzesi, questa la prima strofa: “Se il tremuoto fa la terra / Traballar da capo a fondo, / per Te Piazza non si atterra, / del flagel non cede al pondo. / Tu Maria, che tutto puoi / Rendi salvi i figli tuoi.”

Marta Furnari