Regalbuto. In scadenza ammortizzatori sociali per lavoratori gruppo Francis

Regalbuto. La storia dei lavoratori delle imprese del Gruppo Francis, leader in Italia nel settore della produzione di attrezzature da mare, è una delle tante storie di crisi, mobilità e famiglie dal futuro incerto. Una di quelle storie come le tante che ormai riempiono i giornali e le televisioni quotidianamente. A Regalbuto la crisi è cominciata già due anni fa, quando le aziende Francis sono state temporaneamente chiuse a causa del calo delle commesse, secondo quando sostenuto dai vertici aziendali. Per mesi un consistente gruppo di lavoratori ha protestato e cercato con ogni mezzo di evitare la chiusura delle 5 aziende del gruppo. La produzione è ricominciata dopo qualche mese, ma solo per 6 mesi all’anno. Il 2012 comincia con un comunicato dei lavoratori in mobilità che fanno un nuovo appello alle istituzioni, affinchè non dimentichino la loro difficile situazione. Il problema principale è l’imminente scadenza della mobilità, per la quale si è chiesto un rinnovo che è ancora incerto e che comunque richiede dei tempi abbastanza lunghi. Se gli ammortizzatori sociali non dovessero essere rinnovati una ventina di famiglie regalbutesi si troverebbe senza alcuna fonte di reddito. Si tratta dei lavoratori che avevano firmato un accordo con l’azienda grazie alla mediazione di un funzionario della Prefettura di Enna. L’accordo prevedeva che i lavoratori venissero richiamati per primi in caso di riapertura delle aziende, ma questo, secondo i lavoratori, non si è verificato. A seguito della vicenda era stato presentato il 21 maggio 2010 anche un esposto alla Procura della Repubblica di Enna. I lavoratori non hanno ancora ottenuto alcuna risposta ed esprimono l’amarezza per un futuro incerto che, con la scadenza della mobilità, si fa sempre più difficile. Invitano tutti a non dimenticare la loro difficile situazione, che somiglia a quella di molte famiglie italiane che nell’ultimo anno hanno visto la chiusura di aziende nelle quali erano impiegati da decenni. Ai lavoratori resta l’attesa per la sentenza dei ricorsi presentati al momento del licenziamento, che dovrebbe arrivare nei prossimi mesi. Durante i mesi scorsi, a seguito di una sentenza del giudice del lavoro, l’azienda ha liquidato interamente e con gli interessi circa 33 mila euro per il TFR che non aveva ancora versato ai lavoratori. Uno spiraglio positivo per una vicenda che da due anni mette in rilievo la profonda crisi che sta attraversando l’economia del nostro territorio.

Maria Cristina Roccella